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Cronaca Avvocata / Via San Giovanni Maggiore Pignatelli

Guerrilla Gardening: Festa della Semina a Piazza (r)esistente

Oggi attacco verde a Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli ad opera dei volontari di Artèteka. L'iniziativa andrà avanti fino alle 19. Il Pres. Caliendo: "Una giornata di guerrilla in cui le armi sono i fiori"

Tornano all’attacco i guerriglieri del gardening di Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, ribattezzato prima “Largo del Kestè” e poi Piazza (r)esistente. Gli attivisti della guerilla verde del Largo, uniti sotto il nome di Artèteka (parola napoletana che sottintende l’incapacità a star fermi, restare ‘immobili’) oggi saranno impegnati nella “festa della Semina” fino alle ore 19.
Durante l’attacco verde, saranno riqualificate aiule e giardinetti, saranno piantati fiori e seminate piantine e saranno sistemate e riattintate le protezioni delle aree verdi.

Il giorno della semina, che coincide con il primo giorno di primavera (21 marzo) è ormai da anni un appuntamento consolidato degli attivisti del Largo, che richiama molti cittadini da tutte le parti di Napoli, tante associazioni che si uniscono per dare il loro apporto (come iken, con la quale Arteteka è gemellata in occasione di questo evento) oltre che godere del supporto di tanti artisti. Tutti insieme hanno ormai "adottato" questo spazio un tempo abbandonato al degrado. Una festa in verde, che diventa infine multicolore grazie al brio di chi con passione si dedica all’azione volontaria di riqualificazione del proprio territorio.

Come si legge sulla pagina facebook dedicata all’evento, Fabrizio Caliendo, Presidente dell’Associazione, ormai considerata più un movimento di opinione che altro, invita tutti ad aderire a questa giornata di “guerrilla”: “è una vera guerra – spiega Caliendo - in cui le armi sono i fiori! Noi cittadini dobbiamo combattere contro l’assenza, la violenza, il degrado e l’abbandono; in tanti anni, con numerosi interventi, abbiamo trasformato questa piazza da luogo “buio” a esplosione di vita; oggi la “nuova politica” deve dimostrare con i fatti di saper dare valore a tutto questo e renderlo prezioso. Per anni abbiamo lavorato, oggi c’è bisogno di un ritorno alla “normalità”. Non possiamo essere elemento sostitutivo della politica e dei servizi, possiamo essere la spalla forte, gli alleati. Ma è tempo di cambiare, che ognuno torni a fare bene il proprio dovere”.

“La Semina diventa anche un modo per chiedere alla giunta de Magistris – si legge ancora sulla pagina del social network - di attivarsi per realizzare quei piccoli ma essenziali interventi che permetterebbero la definitiva riqualificazione del Largo, in primis la riparazione dell’idrante comunale, già affidato all’Associazione per poter annaffiare le aiuole e pulire la piazza ed i vicoli circostanti, usati come bagni (la piazza non ha servizi pubblici).Purtroppo l’idrante non ha mai funzionato, così il lavoro diventa più complicato e poco duraturo. Da più di 2 anni si attende l’intervento della pubblica amministrazione per rendere funzionante questo strumento, così come si aspettano 6 paletti che chiudano la piazza ai motoveicoli (con la sua attività in passato l’associazione è riuscita a far arrestare il parcheggiatore abusivo e far sparire il parcheggio in piazza)”.

Una giornata che ha molte facce: la passione, la capacità di inventare soluzioni alternative, la partecipazione dal basso, il volontariato, la voglia di vivere e godere al massimo della propria terra, ma anche la volontà di sollevare questioni di grande rilavanza e di dimostrare ai governanti che la popolazione c’è, osserva, ma si muove anche e pretende attenzione e soluzioni.

Non mancherà un risvolto sociale ancora più importante: “Il 21 marzo sarà un giorno significativo anche al di là della Semina – spiega ancora Caliendo -: sabato 17 a Genova si è celebrata la “Giornata Nazionale della memoria e dell’impegno per tutte le vittime delle mafie”, e il 19 ricorre l’anniversario della morte di Don Peppe Diana. Piazza (r)esistente invita tutti coloro che parteciperanno all’iniziativa ad indossare un drappo bianco al braccio, per dimostrare la propria solidarietà alle famiglie delle vittime e il proprio impegno nel contrasto alle mafie”.



 

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