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Cronaca

Federcontribuenti si costituirà parte civile nei processi contro la truffa dei bolli auto

«Siamo di fronte - aggiunge - ad una storia che fa venire molta rabbia; il fatto che sia ravvisabile secondo i magistrati la turbativa d'asta proprio sulla riscossione forzosa dei tributi dà l'idea di quale interesse enorme e quali appetiti malsani si scatenino quando a chiedere i soldi ai cittadini non è lo Stato, ma braccia armate di diritto privato che nessuno scrupolo si fanno di fronte agli italiani».

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

Federcontribuenti annuncia che, in caso di rinvio a giudizio dei funzionari delle tre regioni coinvolte nell'ambito dell'inchiesta per corruzione sulla riscossione dei bolli auto, si costituirà parte civile al processo «perché i cittadini torchiati dalle Regioni hanno diritto a vedere riconosciute le proprie ragioni». Lo afferma il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella. «Siamo di fronte - aggiunge - ad una storia che fa venire molta rabbia; il fatto che sia ravvisabile secondo i magistrati la turbativa d'asta proprio sulla riscossione forzosa dei tributi dà l'idea di quale interesse enorme e quali appetiti malsani si scatenino quando a chiedere i soldi ai cittadini non è lo Stato, ma braccia armate di diritto privato che nessuno scrupolo si fanno di fronte agli italiani». Bandi disegnati ad hoc per gestire la riscossione del bollo auto in Piemonte, Veneto e Campania. In cambio di tanto denaro, regali e viaggi in paradisi come le Galapagos. Finiscono all'arresto 15 persone tra funzionari delle tre regioni e manager, accusati a vario titolo di associazione a delinquere, corruzione, concussione e turbativa d'asta. Un'indagine partita a giugno del 2011 dopo la denuncia di una delle società escluse dalla gara pubblica per l'affidamento del servizio di riscossione della tassa automobilistica, e condotta soprattutto con intercettazioni ambientali e telefoniche che hanno permesso di portare alla luce un "modello Piemonte" di corruzione esportato secondo gli investigatori anche in Veneto e Campania con modalità diverse. L'inchiesta potrebbe ora allargarsi e accertamenti sono già in corso in Molise e in altre regioni.

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