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Cronaca Afragola

Diciotto giorni ricoverato per Covid, il calvario di Marco: "Vi auguro di non soffrire mai di fame d'aria"

"Senti i polmoni chiusi come due sacchi rotti e boccheggi come un pesce rosso che salta sul pavimento", ci racconta il 40enne

Marco Colucci, 40enne di Afragola, ha vissuto giornate terribili dopo essere stato colpito da una forma aggressiva di Covid-19.  E stato intubato e ricoverato in rianimazione per essere poi trasferito in medicina d'urgenza. "Senza vedere i miei figli, mia moglie la mia famiglia. E' stato un calvario durato 18 giorni infiniti. La Clinica Villa Dei Fiori ad Acerra mi ha salvato la vita. Ieri sono stato dimesso. Vi auguro però di non sapere mai cos'è la fame d’aria: è quando apri la bocca e inspiri ma non entra niente. Senti i polmoni chiusi come due sacchi rotti e boccheggi come un pesce rosso che salta sul pavimento", ci racconta il 40enne, ancora molto scosso.

Cronaca di un calvario

"Tutto è cominciato l'8 ottobre. La mattina sentivo dolori ovunque, alla schiena, alla testa e alla pancia. Il pomeriggio vado a riposare, mia moglie mi trova tutto nero in crisi respiratoria. Mi ha portato all’ospedale Villa dei Fiori ad Acerra dove mi hanno attaccato al respiratore elettronico in Rianimazione. Sono risultato positivo al tampone. Poi sono stato trasferito in medicina d'urgenza per 18 giorni. Sono stati giorni bruttissimi. Ho combattuto tra la vita e la morte, ma oggi posso dire che sono rinato. Ringrazio il Capo Sala Giuseppe Mariniello, gli infermieri Antonella Stringile, Marianna Celiento, Andrea Ida Montano e tutto lo staff infermieristico, di medicina d'urgenza, di lungodegenza e di neurologia Villa dei Fiori Acerra. Mi avete dato la possibilità di riabbracciare i miei cari. Ve ne saremo grati per sempre".

La lotta di Marco contro il Covid

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