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Cronaca Calata Capodichino

Capodichino: presidio degli esodati-cassintegrati Atitech e Alitalia

Timore per 150 lavoratori che, con le nuove norme governative, dopo la cassa integrazione non saranno pensionabili. I sindacati: "Chiediamo che venga aperto un tavolo in Prefettura e in Regione Campania"

I lavoratori “esodati cassaintegrati” Atitech e Alitalia, rappresentanti dalle sigle sindacali CGIL-CISL-UIL-UGL-USB,  hanno effettuato in mattinata un presidio  all’ interno dell’ Aeroporto di Capodichino, al fine di poter pubblicizzare attraverso dei volantini il loro disagio.   
Il timore dei lavoratori è che, a causa delle nuove decisioni governative in materia di lavoro, alla fine della cassa integrazione non ci sia la possibilità di pensione né di un reintegro in azienda.  Centocinquanta sono i lavoratori in esubero, centocinquanta famiglie con un futuro sempre più in bilico, che quando andranno in mobilità saranno definitivamente fuori dall'azienda, senza però avere i requisiti indispensabili per le nuove regole pensonistiche.

Come si legge in un comunicato unificato di tutte le sigle sindacali: “La soluzione al problema degli esodati, partorita dal Ministro del Lavoro, è un duro colpo al piano di riorganizzazione e di rilancio che le parti sociali hanno firmato a Palazzo Chigi 2008 e 2009.
La limitazione dei due anni per il raggiungimento dei requisiti pensionistici taglia fuori tutti i lavoratori attualmente in CIGS. Questo particolare mette in discussione l’intero accordo.
Chiediamo che venga aperto un tavolo in Prefettura e in  Regione  Campania per spingere tutti nella stessa direzione verso il Governo, e  che possa risolversi al più presto il problema degli Esodati in cassa integrazione”.

“ Bisogna intervenire al più presto prima che la situazione si faccia incandescente – ha dichiarato Giovanni Aruta della Fit Cisl- bisogna uscire da questa fase. E alla domanda su dove reperire la copertura finanziaria, Aruta ha risposto: “ Dai costi della politica, da molte commissioni che non servono e dagli sprechi. Non si può mettere per strade persone che avevano maturato il trattamento di quiescenza. Se si vuole lo sviluppo, bisogna partire dal settore aeronautico, il Governo non lo può ignorare”. 

Presidio Atitech e Alitalia - Foto manifestanti Atitech


Perché i lavoratori Alitalia ed Atitech protestano lo ha spiegato questa mattina, in modo approfondito, anche il segretario R.S.A. UIL Trasporto Aereo, Pasquale Cerza: “Protestano in quanto a distanza di mesi dall’ insediamento del governo Monti sono ancora forti le perplessità dei lavoratori esodati ,in quanto le soluzioni  proposte dal ministro Fornero per 65.000 lavoratori lasciano palesemente intendere che chi governa è ancora ben lontano di aver compreso la vera entità del fenomeno in quanto i numeri vanno ben oltre i 65.000.

L ‘area aeroportuale vede coinvolte varie tipologie di lavoratori in primis i 60 lavoratori Alitalia ,prossimi alla mobilità e senza alcuna prospettiva in quanto non inquadrabili ne come pensionabili ,a fronte della giovane età,ne al centro di alcuna discussione mirata ad un reimpiego nonostante la professionalità acquisita.
Di più forte complessità risulta la questione Atitech,difatti l’ operato della Fornero ha totalmente vanificato quanto sancito dall’ accordo stipulato a Palazzo Chigi da Sindacati/Aziende /Governo dove si stabiliva che attraverso l’ utilizzi di ammortizzatori sociali e leggi vigenti all’ epoca della stipula,venivano accompagnati alla pensione 150 lavoratori in quanto esuberi.
La finalità di questo accordo era di ridurre i numeri dei dipendenti Atitech per garantirne la sopravvivenza dell’ azienda e tutelare l’ occupazione in un territorio già martoriato come la Campania . A tutto questo va aggiunto che l’ enorme professionalità acquisita da questi lavoratori  è un patrimonio che non va disperso e con l’ aiuto della regione deve diventare il caposaldo del futuro “polo aereonautico Campano”.

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