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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Esami venduti a Giurisprudenza: tariffa decisa in base al voto

Due impiegati in occasione delle sedute di esame alteravano le "camicie" contraffacendo le firme dei docenti. Gli esami più richiesti erano i più difficili

Due impiegati e 25 studenti della facoltà di Giurisprudenza della Federico II sono indagati per falso e corruzione.

Tra gli esami più "richiesti", tra quelli oggetto della compravendita ipotizzata dagli inquirenti che ha portato all'emissione di 27 avvisi di garanzia, c'erano, ovviamente, quelli più impegnativi: Diritto Commerciale, Procedura Civile, Economia Politica, Diritto Civile, Diritto Privato.

Gli agenti della Digos, coordinati dal vicequestore Antonio Sbordone, hanno accertato che gli studenti pagavano alcune migliaia di euro a esame con tariffe che variavano a seconda del voto. Il record spetta a un laureato che ha comprato ben dodici esami; a lui e ad altri nove studenti, la laurea è già stata revocata. Il meccanismo della falsificazione è quello già accertato nel corso di inchieste analoghe.

Il docente, prima di ogni seduta d'esame, riceve dal bidello le "camicie" in bianco; le restituisce al termine della seduta, compilate con i nomi degli studenti esaminati, i voti e la firma. Anziché riportare le "camicie" in segreteria, i bidelli ne sostituivano una, rifacendola da capo e aggiungendo i nomi di uno o due studenti; ovviamente, falsificando le firme dei docenti.

Ad accorgersi che qualcosa non andava è stato, due anni fa, proprio un bidello, che aveva riscontrato anomalie nei numeri di verbale. Alla sua denuncia seguirono le perquisizioni all'università e in numerose abitazioni private, con l'acquisizione di numerosi elementi di riscontro. Il pm si avvia ora ad avanzare le richieste di rinvio a giudizio.

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