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Cronaca Torre annunziata

Ergastoli ai killer dei Gionta per gli omicidi Barbera e Amoretti

Condannati in primo grado Umberto Onda ed Alfonso Agnello. Il primo eseguì l'omicidio della donna nel 2004. Il secondo partecipò nel 2007 al delitto che fece esplodere la faida con i Gallo-Cavalieri

Due fatti di sangue che hanno segnato la storia di Torre Annunziata. Uno datato 2004 e l'altro 2007, anni in cui nella città oplontina non era difficilissimo morire ammazzati. Per quei delitti però sono arrivate le prime condanne dopo oltre dieci anni di distanza. La corte d'Assise di Napoli ha condannato all'ergastolo Umberto Onda ed Alfonso Agretti ritenuti entrambi esecutori materiali dei delitti e considerati killer del clan Gionta di Torre Annunziata. Fondamentali per la ricostruzione degli omicidi sono state le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Michele Palumbo ed Aniello Nasto.

Nasto ha raccontato di aver partecipato all'omicidio di Anna Barbera mentre Palumbo a quello di Vincenzo Amoretti. Il primo avvenne il 12 marzo 2004 in una traversa di via Vesuvio. La donna fu punita per uno “sgarro”. Si era permessa di sputare vero gli assassini del clan Gionta che avevano ucciso il figlio, Umberto Ippolito, nel 1994. All'omicidio partecipò Nasto che accompagnò Umberto Onda che eseguì materialmente l'omicidio.

Dell'altro delitto si è, invece, accusato Palumbo che sparò un colpo in testa ad Amoretti il 20 aprile 2007. Con lui c'era Agnello ed entrambi entrarono in casa della vittima nel rione Penniniello con un espediente. Si vestirono da poliziotti e così riuscirono a farsi aprire la porta e sparargli nel suo letto. Secondo i “valentini” aveva esploso dei colpi di pistola contro l'abitazione dei suoceri di Pasquale Gionta. Fu il primo di quattro omicidi in meno di 48 ore in quella che fu la sanguinosa faida con il clan Gallo-Cavalieri.  

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