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Cronaca

Enerambiente: domiciliari per l'ex amministratore indagato per tangenti

Il Tribunale del Riesame manda agli arresti domicialiari Giovanni Foggiano dopo 7 mesi di carcere. Restano in piedi le accuse di corruzione di vertici Asìa ancora ignoti

Svolta nell’inchesta Enerambiente: Giovanni Faggiano, ex amministratore dell’azienda che in subappalto per Asìa ha gestito la raccolta rifiuti dal 2005 al 2010, passa dal carcere (dopo 7 mesi) agli arresti domiciliari, ma l’accusa di corruzione (dal 2006 al 2009) contestatagli resta confermata. A dare notizia della decisione del Tribunale del Riesame è Dario Del Porto, in un articolo per la Repubblica di Napoli.

Come riferisce Del Porto,  Foggiano ha negato il versamento di tangenti, ma avrebbe invece fatto alcuni ammissioni su altri aspetti dell’indagine. I magistrati, si legge ancora sulla Repubblica,  restano comunque convinti che le somme prelevate da Enerambiente e dalle cooperative erano destinati a corrompere i vertici Asìa (ad oggi non acora identificati) e continuare “una prassi illecita nella gestione della raccolta dei rifiuti”.

La prova del transito di denaro, però, spiega ancora Del Porto, non ci sarebbe ancora e le accuse muoverebbero da un quadro indiziario ricco di elementi come irregolarità amministrative nei subappalti alle cooperative e assunzioni di personale avvenute tramite “suggerimenti” di altri personaggi coinvolti in un primo filone dell’inchiesta, oltre a grosse somme di denaro uscite contestualmente dal conto di Foggiano e dalle casse di Enerambiente, ufficialmente destinate a consulenze.

Inoltre, tra le pagine depositate del Riesame, c’è un intero capitolo di venti pagine (ricche di omissis) intitolato “Conversazioni intercettate con personaggi politici”, che lasciano intravedere contatti tutt’altro che trasparenti.

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