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Cronaca Arenella / Via Antonio Cardarelli

Cardarelli con l'acqua alla gola: anche il 118 rischia lo stop

La situazione nel principale nosocomio del Mezzogiorno d'Italia è sempre più difficile. A lanciare l'allarme è il direttore dell'azienda ospedaliera: "Siamo al collasso"

L'emergenza al pronto soccorso dell'ospedale Cardarelli di Napoli si fa sempre più difficile da gestire e di complicata risoluzione. A lanciare l'allarme è proprio il direttore del nosocomio partenopeo, Rocco Granata, preoccupato per la situazione della più importante struttura ospedaliera del Sud Italia.

"Al Cardarelli siamo ormai con l'acqua alla gola. Il piano di riordino previsto dalla Regione sta progressivamente aggravando il carico al quale siamo sottoposti. Non è stato infatti accompagnato dagli interventi sulle strutture territoriali che avrebbero dovuto filtrare e ridurre il ricorso al pronto soccorso. Né, soprattutto, da un rafforzamento delle nostre risorse umane", spiega Granata al Corriere del Mezzogiorno.

"Per il pronto soccorso - prosegue Granata - stiamo cercando di mettere in campo tutte le risorse disponibili. Ho potuto recuperare degli spazi ma con l'assistenza siamo veramente al collasso. Le maggiori preoccupazioni arrivano della gravissima carenza di personale infermieristico e ausiliario ma, certamente, non va molto meglio con i medici. Già da tempo, e in più occasioni ho lamentato queste difficoltà senza ottenere però risposte dalla Regione. L'unica soluzione che mi fu timidamente prospettata fu quella di trasferire i pazienti stabilizzati presso case di cura private convenzionate, nulla più di questo. Mi rendo conto che il problema è complesso, ma qualcosa bisognerà pur fare".

"Alla Regione chiediamo solo di metterci in condizione di offrire un assistenza qualificata, darci gli strumenti per affrontare l'emergenza. Non abbiamo forza lavoro e io non posso chiedere ulteriori sforzi al personale che, diciamolo, già opera in condizioni non certo ottimali e comunque con carici di lavoro estenuanti. Questo, naturalmente, ricade sulla qualità della risposta sanitaria che riusciamo ad offrire. Nell'ultimo anno abbiamo chiesto a tutti gli operatori enormi sacrifici, e ai pazienti un po' di comprensione in più. Direi che non possiamo pretendere, ne dagli uni, ne dagli altri, ulteriori sforzi", dice il direttore del Cardarelli.

Ma il rischio maggiore, è quello legato alla centrale operativa del 118: "Il 118 è fondamentale, ma se non sono in grado di sostenerlo lo prendesse la Napoli 1, che è competente per territorio. Non posso sottrarre personale infermieristico all'assistenza per assicurare il servizio di pronto intervento in risposta alle telefonate che arrivano alla centrale operativa. In passato mi è stato chiesto di trasferirla e io ho opposto sempre resistenze, fosse solo per una questione d'immagine dell'Azienda, ma oggi non opporrei alcuna resistenza. Per una questione di serietà credo sia meglio lo gestisca qualcuno che può garantire questa funzione. Io non sono più nella condizione di assicurare questo servizio", l'amara conclusione di Granata.

 

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