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Cronaca

Ipotesi sull'identità di Elena Ferrante, l'editore: "Assediata come una criminale"

Sandro Ferri lamenta l'accanimento col quale un'inchiesta giornalistica è risalita ad Anita Raja, moglie 63enne dello scrittore Domenico Starnone

Anita Raja, traduttrice, germanista e moglie dello scrittore Domenico Starnone, sarebbe la persona che si è fin qui celata dietro l'identità di Elena Ferrante. Un mistero, il suo, diventato "caso" soprattutto negli Usa, dove i romanzi dell'autrice partenopea sono diventati ormai di culto e dove addirittura il Time l'ha inserita tra i personaggi più influenti del 2016.

L'INCHIESTA - È stata un'inchiesta del Sole 24 Ore e di altre testate estere (la tedesca Faz, New York Review of Books e la francese Mediapart) a permettere di risalire ad Anita Raja. Un'indagine patrimoniale che è durata mesi, tra introiti provenienti dall'editore e acquisti immobiliari successivi alla vendita dei romanzi.

"TRATTATA COME UNA CRIMINALE" - Un'indagine entrata così profondamente nella vita della Raja e di suo marito da aver scatenato le ire dell'editore di Elena Ferrante, Sandro Ferri. "Trovo disgustoso il giornalismo che indaga nella privacy e tratta le scrittrici come camorriste – ha dichiarato a Repubblica – Adesso si finisce anche per guardare nei conti ". "È un assedio senza tregua – ha aggiunto – una mancanza di rispetto nei confronti di una persona che non vuole apparire".

ANNI DI IPOTESI - L'accanimento col quale i media hanno provato a risalire all'identità della scrittrice non è recente. La caccia è iniziata fin dal suo primo libro, L'amore molesto del '92. I "sospetti" sono caduti su Fabrizia Ramondino e Goffreo Fofi, sullo stesso editore Sandro Ferri, sullo stesso Starnone, più di recente su Marcella Marmo. Addirittura, nel caso del marito della Raja, venne messo a punto dall'Università La Sapienza un software per analizzare il suo stile di scrittura e confrontarlo con quello dell'autrice de L'amica geniale.

ANITA RAJA - La Raja, 63 anni, è figlia di un magistrato napoletano e di un'insegnante di tedesco nata in Germania ma di origine polacca, sopravvissuta alla Shoa. Vive a Roma da quando aveva tre anni, è laureata in Lettere ed ha lavorato anche come direttrice della Biblioteca Europea del Goethe-Institut. Non ci sono romanzi scritti a suo nome, ma ha tradotto quasi tutte le opere di Christa Wolf ed un'edizione de Il processo di Kafka, oltre a numerosi altri testi di autori tedeschi.

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