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Violenza di Sorrento: la droga dello stupro e come funziona

Mancanza d'aria e assenza di forza nelle gambe. Perdita di memoria il giorno dopo. Gli effetti della sostanza utilizzata nello stupro della turista britannica

La violenza di Sorrento ha riacceso i riflettori su uno degli strumenti più utilizzati per abusare delle donne. Si tratta della cosiddetta “droga dello stupro”, sostanze che posso “neutralizzare” le vittime e renderle particolarmente vulnerabili. Droghe capaci di cancellare anche la memoria di ciò che è successo alla vittima sotto il suo effetto. A parlarne è Martina Grassi, dell'Ircav, International response center against violence, il primo centro di supporto alle vittime italiane ed internazionali di droga dello stupro fondato e creato grazie alla volontà ed alle ricerche di Ecole Universitaire Internationale.. In realtà non esiste solo una droga dello stupro ma vengono usate diverse sostanze. «Tra le più diffuse GHB (acido gamma-idrossibutirrico) e GBL (acido gamma-butirollattone). Vengono usate molto anche sostanze come le benzodiazepine e ketamina».

Gli effetti di queste sostanze sono incredibili e rendono inermi le persone che le assumono. «Prendiamo ad esempio il vuoto di memoria specifico causato da sostanza come GHB e GBL, la vittima il giorno dopo potrebbe non avere memoria o avere solo frammenti di memoria e  potrebbe non rendersi conto nell'immediato di ciò che le è successo; o ancora nel caso la sostanza le fosse stata somministrata durante una serata trascorsa in un locale, ad esempio, potrebbe ricondurre il vuoto di memoria ad un'assunzione eccessiva di alcol e non rendersi conto affatto di essere vittima». Effetti devastanti che rendono difficile anche la possibilità di una denuncia dell'accaduto. La vittima non ricordando dettagli utili all'identificazione degli autori o alla ricostruzione della dinamica dei fatti rimane violata senza nemmeno poter cercare conforto nell'attività investigativa.

Per quanto riguarda i segnali che potrebbero suonare come campanello d'allarme ed eventuali comportamenti da utilizzare per evitare di finire nella rete dei violentatori l'esperta è chiara: «I consigli più utili sono quelli che possono sembrare più banali ma che nella pratica si rivelano efficaci. Ad esempio non lasciare incustodito il proprio bicchiere e controllarlo con attenzione. Sostanze come GHB e GBL danno pochissimo tempo alla vittima di rendersi conto che qualcosa non va; inodori, insapori ed incolori inducono i loro effetti dopo pochi minuti dalla somministrazione. I primi effetti sono un indebolimento degli arti inferiori, un senso di rilassamento generale, percezione alterata dei movimenti e un senso di “fame d'aria”.

La “fame d'aria” è un campanello d'allarme importante, perché da una parte segnala al perpetratore che la sostanza ha fatto effetto e che può approfittare della vittima, dall'altra indica alle persone vicine alla vittima e alla vittima stessa che qualcosa non va. Se per esempio in un locale una persona pare come ubriaca, senza avere ad esempio bevuto molto o non aver bevuto affatto, e sente la necessita di uscire dal locale per respirare aria fresca è importante tenere la persona ancora all'interno del locale e non perderla di vista. Infatti, respirare aria fresca, quindi l'ossigeno, permette alla sostanza di raggiungere il suo massimo effetto. Non è casuale che il perpetratore si offra di accompagnare fuori la persona che sta male e che ha bisogno d'aria.

Questo gli permette di assicurarsi che la sostanza abbia raggiunto il massimo effetto e al tempo stesso allontanare la vittima e portarla in luogo appartato». Fondamentale per la prevenzione di questi casi è il ruolo delle persone da cui si è accompagnati oltre che piccole accortezze che però possono evitare esperienze traumatiche. «Essere sempre attenti al proprio drink e magari evitare di accettare drink portati da persone che non si conoscono. Se si può, rimanere sempre con una o più persone di fiducia che possano intervenire e prendersi cura della persona che sta male se ravvisano avvisaglie che qualcosa non va. Il consiglio che diamo sempre è quello di osservare cosa succede attorno, se una persona che conoscete si comporta in maniera diversa dal solito intervenite e statele accanto».
 

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