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Polizia penitenziaria: "Droga e violenze sessuali nel carcere di Poggioreale"

"Il carcere di Poggioreale è l'inferno, andrebbe chiuso e abbattuto. All'interno entra di tutto, droga, telefoni, e la camorra comanda i suoi traffici da qui". Stavolta non sono i detenuti a puntare il dito contro la casa circondariale di Napoli. A parlare è Aldo Di Giacomo, il segretario nazionale del Sindacato polizia penitenziaria, al termine di un'ispezione.

"Questa struttura è l'emblema di tutto il male delle carceri italiane. - prosegue il sindacalista - Il sistema di detenzione con le celle aperte non migliora la vita dei detenuti perché i più deboli soccombono sotto le angherie dei più forti. Anche a Poggioreale sono aumentale le violenze sessuali". 

Il carcere di Poggioreale, come altri istituti, non è impermeabile alla criminalità: "Entra di tutto - denuncia Di Giacomo - abbiamo trovato 11 chili di droga, quasi 900 telefonini. I camorristi comunicano facilmente con l'esterno e stabiliscono dall'interno le dinamiche criminali della città. Alcuni, quelli che pensano di essere a rischio, si fanno arrestare di proposito per poter continuare a comandare con tranquillità. Nel carcere di Poggioreale non è pensabile poter rieducare nessuno". 

A testimonianza delle parole del segretario del Spp, durante l'intervista ci ha raggiunto la madre di un detenuto, che preferisce restare anonima, in ansia per la salute del figlio: "Deve scontare pochi mesi perché non ha rispettato l'affidamento a una parrocchia. a già tentato il suicidio due volte. Ha bevuto la candeggina, ha cercato di impiccarsi. Chiedo solo che possa essere affidato a una struttura di salute mentale. Ho già perso un figlio, non voglio perdere anche lui". 

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