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La discarica della morte: "Ci stiamo ammalando di tumore"

Tra palazzi e campi coltivati, un ex campo rom a Barra viene utilizzato per sversare rifiuti speciali che, periodicamente vengono incendiati: "Aria tossica, inquinata anche la falda acquifera"

Via Mastellone, quartiere Barra, periferia Est di Napoli. Stretta tra palazzi residenziali e campi coltivati sorge un'enorme discarica abusiva di rifiuti speciali: materiale edile, amianto, scarti tessili, carcasse d'auto bruciate. Gli incendi sono all'ordine del giorno e tra i residenti è stato riscontrato un anomalo aumento di malattie tumorali. Questo luogo, fino all'agosto 2021, è stato un campo rom. Poi, un rogo, l'ennesimo, ha fatto scappare le famiglie che vivevano qui.

"E una storia che va avanti da oltre dieci anni - racconta Ciro Borrelli, uno dei membri del Comitato per la bonifica di via Mastellone - Già quando c'era il campo rom la situazione era critica. Gli incendi erano frequenti e spesso eravamo costretti a chiuderci in casa perché l'aria diventava irrespirabile". 

Da campo rom a discarica

campo rom discarica barra.00_00_35_10.Immagine001-2In un anno e mezzo senza rom gli scarichi di rifiuti sono addirittura aumentati, nell'indifferenza del Comune e nonostante un sequestro imposto dalla magistratura. Quando la discarica è colma, magicamente, scoppia l'incendio ed ecco che si crea lo spazio per nuovi rifiuti. "Credevamo - afferma Antonio Finocchio, presidente del Comitato - che in un anno la nuova Amministrazione facesse qualcosa, invece nulla. Hanno solo messo un cancello, durato appena due giorni. Poi, gli scarichi sono proseguiti". I residenti hanno anche ripreso con i cellulari alcuni sversamenti abusivi. La scena è sempre la stessa. I camion arrivano, scaricano e vanno via indisturbati. 

Tumori in aumento

campo rom discarica barra.00_00_12_28.Immagine002I residenti sono arrabbiati, ma soprattutto preoccupati. Stanno crescendo a dismisura i casi di tumore e le malattie respiratorie. Manca la prova scientifica, ma tutti indicano la discarica come causa principale: "L'aria è irrespirabile - prosegue Finocchio - Non c'è famiglia della zona che non stia vivendo una tragedia simile in questo momento. Non sappiamo neanche che cosa venga sversato in quella discarica". 

Dopo l'incendio di agosto, le fumarole sono rimaste attive per mesi: "Il fumo usciva dal terreno - sostiene Ciro Borrelli - sono convinto che si tratti anche di materiale chimico. Nessuno ha controllato".   

Campi inquinati

campo rom discarica barra.00_03_19_44.Immagine003A pochi metri dall'ex campo rom, oggi discarica, ci sono decine di serre e campi in cui si coltivano ortaggi che finiscono prima al mercato e poi nelle nostre tavole. "Quando piove si formano delle pozzanghere in cui galleggiano i rifiuti - prosegue Borrelli - Il terreno le assorbe e a meno di dieci metri c'è la falda acquifera che bagna tutti i campi coltivati e le serre che sono intorno alla discarica. I rischi, quindi, non sono solo nostri, ma di chiunque possa comprare quegli ortaggi". 

L'assenza del Comune

Il Comune di Napoli conosce bene la situazione. L'assessore all'Ambiente Paolo Mancuso è stato sul posto. Ma in un anno non si è mosso nulla. "Abbiamo obbligato l'amministrazione centrale a vedere coi proprio occhi questo scempio - spiega Patrizio Gragnano, consigliere della VI Municipalità - E' stato redatto un report in cui si è stabilito che Asia avrebbe dovuto campionare i rifiuti e procedere alla rimozione e bonifica. Un'operazione da oltre 3 milioni di euro e per la quale sarebbero serviti 300 giorni lavorativi. A oggi, però, Palazzo San Giacomo non ha ancora trovato la copertura finanziaria. E' assurdo che quest'area resti incustodita". 

Mentre si attende che il Comune trovi i soldi e si decida a intervenire, gli sversamenti proseguono e le malattie aumentano

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