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Cronaca San Ferdinando / Via Nuova Santa Maria Ognibene

Disabile 'prigioniero in casa' scrive a Manfredi: "Aiutatemi a vivere con dignità il resto della mia vita"

Lettera aperta di Francesco Pesce al sindaco e a tre assessori. Costretto alla sedia a rotelle, vive in un edificio comunale senza ascensore

Francesco Pesce è un disabile di 59 anni. Perché raggiunto da un colpo di pistola, è costretto da 36 anni su una sedia a rotelle in un'abitazione afferente al Patrimonio del Comune di Napoli, al secondo piano di un palazzo in via Nuova Santa Maria Ognibene, nei Quartieri Spagnoli. Il problema è che l'edificio è senza ascensore.

Dopo la denuncia del suo problema sulle nostre pagine, l'uomo ha scritto una lettera aperta al sindaco Gaetano Manfredi e agli assessori comunali Trapanese, Baretta e Lieto.

"Mi chiamo Francesco, sono una persona diversamente abile, da 37 anni bloccato su una sedia a rotelle. Vivo in una casa di proprietà del Comune di Napoli, in via Nuova Santa Maria Ognibene, ma sono prigioniero in quattro mura in quanto il palazzo non è dotato di ascensore", scrive nella sua missiva.

"Per uscire di casa sono costretto a chiedere a parenti e conoscenti di sollevarmi di peso: un'umiliazione che non riesco più a sopportare. Ho più volte contattato la Napoli Servizi per chiedere l'installazione di una pedana elettrica che mi renda autonomo. Fino a oggi non ho avuto alcuna risposta. Secondo l’Azienda sono moroso nei confronti del Comune, nonostante non sia io il responsabile dei ritardi nei pagamenti e abbia avviato le pratiche per rateizzare il mio debito".

"Per mesi - prosegue - ho cercato un confronto con gli assessori della precedente Giunta, senza mai ottenerlo. Chiedo di poter essere ascoltato per raccontare la mia storia nella sua completezza. La mia è una storia complicata, fatta di sbagli nel mio passato ma anche di una faticosa ricerca di riscatto sociale. Oggi, nonostante la mia disabilità, sono diventato la voce che accompagna i visitatori nei tour dei Quartieri spagnoli organizzati dalle associazioni. Allo stesso tempo, mentre cerco di rendermi utile, sono diventato un peso per mia moglie, per i miei figli, per i miei nipoti. Io non so più cosa fare. Vorrei solo vivere con un minimo di dignità, quella che ogni uomo dovrebbe avere. Vi prego di aiutarmi a combattere questa situazione figlia della burocrazia".

"Avrei potuto fare tanto - conclude - vivere i miei nipoti, vivere i miei figli, però fino a oggi la sedia a rotelle non me lo ha permesso. Ho quasi 60 anni, aiutatemi a vivere con dignità il resto della mia vita. Francesco Pesce".

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