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Cronaca

Addio al Commissario Vardè, su FB esulta il popolo del Castagnaro

Si dimette l'uomo che doveva aprire nuove discariche, diventa commissario del Comune di Isernia. In questi mesi ha individuato 6 cave, ma nessuna ha visto la luce. Festeggiano i cittadini "antidiscarica"

Annunziato Vardè lascia il suo ruolo di Commissario, non sarà più lui a gestire "l'emergenza" campana dei rifiuti. Come si legge su La Repubblica di Napoli in un articolo del giornalista Carlo Franco, "l'uomo delle discariche" andrà al Comune di Isernia dove 17 consiglieri hanno rassegnato le dimissioni in maniera simultanea decretando la caduta della maggioranza (di centrodestra). La sua posizione era comunque già molto in bilico e queste dimissioni precedono la richiesta di lasciare l'incarico.

In questi mesi Vardè ha individuato sei cave (a Marano, Chiaiano, Quarto, Giugliano, Comiziano e Sant'Anastasia), ma nessuna di queste ha mai visto l'apertura e nemmeno l'inizio di qualche lavoro.

Sin dal primo momento, il Commissario ha imposto una linea dura, ma si è scontrato con una cittadinanza ferma e compatta nel difendere il proprio territorio, come nel caso di Quarto, dove in diecimila si sono battuti contro l'apertura di una discarica nella zona del Castagnaro.

La protesta non è nata dal nulla, né tantomeno si è trattato di sterile opposizione di una cittadinanza che dice "no" ad ogni soluzione", ma è stata "legittima difesa" come ci hanno più volte raccontanto gli stessi cittadini scesi in piazza contro le ruspe.

E questi cittadini oggi festeggiano su Facebook e la notizia si diffonde in modo virale.

Rispondendo alle domande di Franco, Vardè spiega che il suo non è un fallimento, in quanto i sei siti richiesti sono stati comunque individuati e che l'opposizione della cittadinanza non avrebbe motivo di esistere in quanto si tratterebbe di discariche che accoglierebbero materiali non dannosi per la salute.

Sono stati in molti i commissari che prima di lui hanno cercato di convincere i cittadini con queste stesse argomentazioni e alla fine il territorio ne è uscito devastato. Sarebbe sufficiente pensare a Cava del Poligono a Chiaiano, chiusa a dicembre dopo duri scontri tra cittadini e istituzioni, sotto inchiesta della magistratura per gravi e pericolose irregolarità e che ha creato insopportabili miasmi velenosi per anni. La cui bonifica tarda ad arrivare. Oppure potremmo citare Terzigno, che registra una concentrazione di tumori di tipo "ambientale" (causati da una serie di concause, tra cui molto importanti sono quelle che derivano dall'ambiente circostante) spaventosa.

Il futuro della nostra terra torna nell'incertezza, ma anche nella speranza che ci sia una svolta verso le nuove tecnologie eco-sostenibili e non dannose: i trattamenti meccanici. E finalmente che si avvi una seria politica per la raccolta dei rifiuti differenziati, per il compostaggio, il riuso e la riduzione a monte dei rifiuti.

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