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Cronaca

Vittima di un prete pedofilo denuncia: "Giustizia o sarà sciopero della fame"

Diego ha 40 anni, una moglie, due figli, e il peso di un trauma che porta con sé dal 1987. La sua denuncia, nonostante una lettera ricevuta da Papa Francesco, non ha fin qui avuto conseguenze

Diego, napoletano vittima di pedofilia, ha deciso di iniziare lo sciopero della fame. Ora ha 40 anni, una moglie e due figli, ma non trova pace: vuole giustizia, e sebbene sei anni fa il caso sia finito su tutti i giornali e abbia avuto una risposta persino da Papa Francesco (nel 2014) "da allora non si è mossa una foglia".

Ad abusare di lui – quando aveva 11 anni – fu un ex parroco, suo insegnante di religione. Adesso, con una nota inviata alla Segreteria di Stato Vaticana, alla Diocesi di Napoli, al cardinale Sepe e al vescovo Lemmo, annuncia che se entro sette giorni non dovesse vedere alcuna iniziativa volta a fare giustizia inizierà la sua protesta.

"Tre settimane dopo aver mandato la lettera al Papa, nella casella della posta, ho trovato una busta che portava l’indirizzo della segreteria di Stato Vaticana ". Quanto comunicato "era stato portato all'attenzione del Dicastero competente". E la Curia di Napoli, in effetti, poco dopo si sarebbe fatta sentire per raccogliere in via ufficiale le dichiarazioni di Diego, che però fin qui non hanno sortito effetti.

Eppure la vittima degli abusi aveva spiegato tutto. Gli inizi della avances del prete, nell'87, poi le violenze fino ai suoi 17 anni. Ed il riaffiorare del trauma addirittura anni dopo, con improvvisi attacchi di panico. Il reato ora è caduto in prescrizione, ma Diego – grazie alla "Rete L'Abuso" – ha scoperto che il suo aguzzino insegnava ancora nell'anno scolastico 2012-13.

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