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Cronaca

"Garibaldi era juventino": maglia sequestrata e attivisti identificati

Enzo Rivellini, presidente di Napoli Capitale (gli autori dell'iniziativa), protesta: "Non ci lasceremo intimidire, siamo in un Paese libero"

"Non ci lasceremo intimidire, siamo in un Paese libero e possiamo esprimere civilmente le nostre idee. La nostra è stata una protesta politica e non una manifestazione di colore. Alle accuse di una mera questione folkloristica, o addirittura populistica, desidero ricordare che se oggi ho la possibilità di alzare la voce in difesa della mia città è proprio grazie a questa iniziativa, che quindi ha raggiunto lo scopo di suscitare l'interesse dei napoletani e dei non napoletani sulle tante ingiustizie che purtroppo subiamo. Voglio anche chiarire che non sono né un separatista né un anti italiano, tutt'altro". Così Enzo Rivellini, presidente di Napoli Capitale, dopo il sequestro da parte della polizia della maglia bianconera fatta indossare questa mattina alla statua di Garibaldi. Le forze dell'ordine hanno anche identificato gli attivisti e i giornalisti presenti.

Il blitz di stamane

A proposito del blitz di stamattina lo stesso Rivellini aveva spiegato: "Non si tratta di una trovata pubblicitaria, ma di un blitz significativo e futuristico. Napoli riparte solo se ci saranno uomini e donne che amano Napoli e lavoreranno per essa, che ricorderanno gli splendori del passato. La statua di Garibaldi ritorni in Piemonte, in quelle risaie che si bonificarono grazie ai soldi che lo juventino Garibaldi rubò alle casse del Banco di Napoli. Ritorniamo a essere orgogliosi del nostro passato, Napoli deve tornare a essere capitale".

Dal presidente di Napoli Capitale anche una suggestione, cambiare nome della piazza: "Piazza Totò, piazza De Filippo o piazza Federico II", il suggerimento.

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