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Demanio marittimo: sib, 4000 imprese a rischio in Campania

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di NapoliToday

MORRA (CONFCOMMERCIO): "No all'addizionale regionale del canone statale aumentata del 100%, interi tratti di litorale potrebbero diventare discariche a cielo aperto o peggio ancora cadere in mano alla malavita".

 

Oltre 4.000 imprese ricadenti nel demanio marittimo della Campania, tra cui 1400 stabilimenti balneari aderenti al S.I.B. Sindacato Italiano Balneari/Confcommercio, sono in stato di agitazione perché la regione tra le norme finanziarie in materia di demanio marittimo, approvate recentemente in Consiglio, ha stabilito che a partire da quest'anno 'l'imposta dovuta dal concessionario sarà in misura pari al 100% del canone di concessione statale'.

 

Il Presidente regionale del Sindacato Mario Morra ha inviato una lettera aperta a tutti i consiglieri della regione Campania che ha come oggetto proprio l'addizionale regionale passata dal 10 al 100% del canone statale.

 

"Una maggiore competitività del mercato è essenziale per promuovere la crescita economica e creare nuovi posti di lavoro - scrive Morra - invece l'aumento dell'imposta la indebolisce non solo a livello regionale ma impedisce una più ampia facoltà di scelta e il miglioramento dei servizi a prezzi inferiori, (se solo si considera il ricarico che l'aumento del 100% avrà su tutti i servizi per l'impossibilità di assorbirlo nei costi di gestione dell'impresa). Questo ulteriore incremento d'imposta, poi, comporterà per le imprese balneari, e non solo, una diminuzione della propria concorrenzialità a favore delle corrispondenti aziende situate nelle altre regioni e in quei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, e nel peggiore dei casi la chiusura".

 

Il futuro di centinaia di stabilimenti balneari sarebbe irrimediabilmente compromesso così come sarebbero in serio pericolo migliaia di posti di lavoro, interi tratti di litorale rischierebbero di finire abbandonati all'incuria, alla mercé della malavita, con il rischio di diventare discariche a cielo aperto, senza alcun servizio per i turisti (compresi quelli relativi al salvamento), compromettendo irrimediabilmente quanto è stato ben fatto in decenni di lavoro.

Il raddoppio del canone concessorio demaniale relativo alle aree marittime, poi, penalizzerebbe contemporaneamente sia i gestori degli stabilimenti balneari che i clienti e arrecherebbe un pesante danno all'immagine stessa del turismo della Campania, un comparto che, viceversa, andrebbe valorizzato ed incentivato. "Vogliamo avviare un dialogo costruttivo con la Regione Campania - conclude Morra - siamo oltremodo disponibili ad investire sui nostri litorali, migliorando ed ampliando l'offerta dei servizi di spiaggia, da sempre fiore all'occhiello del turismo italiano, ma per raggiungere questi obiettivi è necessario che la Regione Campania ci dia una mano, faccia la sua parte e soprattutto ci dia ascolto".

Napoli, 14 febbraio 2012

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