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Martedì, 16 Aprile 2024

La denuncia: "Sognavo Napoli e mi sono trasferita per amore. A Marano vivo un incubo perchè se ne fregano di noi"

"Quando usciamo di casa facciamo il segno della croce"

Jessica si è trasferita da Lecco a Marano con il marito, durante la pandemia Covid, per ragioni di lavoro e personali (era incinta) e anche per coronare un sogno, quello di vivere a pochi passi da Napoli. Dopo poco però si è trasformato tutto in un incubo, a causa del degrado che avvolge la strade in cui vive. Le denunce continue fatte in questi mesi non sono servite a nulla, ma non si ferma, prchè vorrebbe garantire a suo figlio Vincenzo un futuro migliore.

"Ho sempre fatto l'operaia e lavoro da quando ho 15 anni. Quando sono rimasta incinta ero stata posta in gravidanza obbligatoria perchè svolgevo a Lecco un lavoro usurante. Mio marito, napoletano, lavorava, sempre in Lombardia, per una ditta che consegnava cibo ai ristoranti e bar ed è stato il primo ad essere travolto dalla crisi economica scaturita dalla pandemia Covid. Abbiamo dunque deciso di trasferirci a Marano, perchè ci faceva anche piacere avere un figlio napoletano. Non nascondo che il mio sogno era quello di venire a vivere a Napoli città, ma ero entusiasta. Sono più di 20 anni che la amo e la difendo la vostra città, ma sono incappata in una situazione di degrado assurda e vivo nell'ansia continua. Non solo io, ma tutti i residenti di via Marano Quarto, dal civico 62 al civico 80", spiega a NapoliToday Jessica Azolfo, motivando poi le ragioni di un così forte disagio. "Viviamo in una via disastrata, siamo poche famiglie. In Comune nessuno ci ascolta. Per chi vive in questa strada è quasi impossibile muoversi. E non vi dico che accade quando danno fuoco alle terre vicine o alla spazzatura, tra miasmi e odori nauseabondi. Per non parlare del randagismo. Quando usciamo di casa facciamo il segno della croce. Quando piove poi la strada diventa ancora più pericolosa e le mura, già scricchiolanti, potrebbero cedere da un momento all'altro", prosegue.

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"Non rinnego la scelta di essermi trasferita"

"Paghiamo le tasse, non è giusto tutto ciò, serve manutenzione straordinaria e ordinaria e servizi di trasporto pubblico che ci aiutino negli spostamenti, perchè così senza auto ci sentiamo persi. Non pensiate che al Nord si viva meglio, per certi aspetti i pericoli sono anche peggiori, ma chiediamo un po' di umanità e che chi può faccia qualcosa per aiutarci. Ho lasciato su i miei genitori anziani a malincuore, ma ho dovuto fare una scelta e non la rimpiango. Siamo pronti ad organizzare una manifestazione per sensibilizzare tutti sulla nostra condizione", conclude Jessica.

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