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Cronaca Giugliano in campania

Anche de Magistris contro l'inceneritore di Giugliano

"Parlo come sindaco della futura città metropolitana: l'inceneritore in questa area non si deve fare perché è stata già massacrata per troppi anni". 'NO' anche dal magistrato Cantone

"Parlo anche come sindaco della futura città metropolitana, non solo come sindaco di Napoli: l'inceneritore in questa area non si deve fare perché è stata già massacrata per troppi anni. Penso a Bagnoli, Pianura e Chiaiano, ma anche a Terzigno, Giugliano e alla Terra dei Fuochi. Ci attendiamo dal governo che ci dia quei fondi a cui abbiamo diritto per le bonifiche e per l'estensione del porta a porta". Lo scrive Luigi de Magistris sulla sua pagine di facebook.

"Come ha ricordato Erri De Luca, questa è una battaglia che insieme ai comitati dobbiamo vincere - continua il primo cittadino partenopeo -, e quindi il governo deve continuare ad ascoltare le nostre istanze. Nessuno pensi, come ancora qualche giorno fa hanno cercato di fare, a nuove discariche nel territorio di Napoli, perché si porrebbe un problema molto serio col suo sindaco. Noi abbiamo scelto la strada del compostaggio, del trattamento a freddo, della differenziata e non faremo un passo indietro".

Continua a crescere il fronte del 'No' all'inceneritore che dovrebbe essere costruito a Giugliano per bruciare le ecoballe stoccate sul territorio. Oltre a cittadini, comitati ed esponenti della politica locale, questa mattina, in un editoriale su Il Mattino, anche il magistrato Raffaele Cantone ha spiegato le ragioni per cui è contrario alla costruzione dell'impianto.

"Giugliano è un territorio con un carico ambientale enorme - ha scritto, tra le altre cose, il magistrato -; vi sono numerose discariche pubbliche, in qualche caso mal gestite e con danni evidenti; ve ne sono molte di più abusive e non c’era bisogno delle parole (tardive e generiche) del pentito Schiavone, per saperlo. La perizia disposta alcuni mesi fa dalla Procura di Napoli, ha provato la presenza di rifiuti pericolosissimi in una zona vicinissima al centro abitato; secondo il tecnico del pm, quanto intombato dalla camorra sarebbe tanto pericoloso che, se non si dovesse intervenire con una bonifica radicale, intorno al 2040/50 potrebbe verificarsi un effetto Chernobyl, con la fine di ogni forma di vita vegetale e con l’inquinamento definitivo delle falde acquifere".

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