Dario Fo e quella tragica rapina a Napoli: "Sa anche essere crudele..."
Nel 2005 il consuocero del premio Nobel rimase ucciso in una rapina in centro. Fo era in città per uno spettacolo all'Augusteo
Era il 3 maggio del 2005 quando Emilio Albanese, 70enne suocero di Jacopo Fo (il figlio di Dario, morto oggi), restò ucciso in una rapina a Napoli. Il caso volle che, proprio lo stesso giorno della tragedia, il premio Nobel per la letteratura si trovasse in città: presentava un suo spettacolo al Teatro Augusteo.
”È stata una tragedia, l’hanno ucciso”, disse Dario Fo a caldo. Al San Giovanni Bosco, dove Albanese lotto per breve tempo tra la vita e la morte, il premio Nobel aggiunse: "Il fatto che lo abbiano ammazzato in questa maniera fa emergere come una delle città più belle del mondo sappia anche essere crudele, ma questo non è il caso di fare sociologia".
Furono invece durissime le parole della figlia della vittima, moglie di Jacopo Fo, Eleonora Albanese: "Per me è inconcepibile che i miei genitori abbiano continuato a vivere qui. Non è normale quello che è successo a mio padre, mi aspettavo morisse per la sua malattia di cuore, non in questa maniera. Non si può vivere in una città così. La gente deve uscire da questa situazione e fare una ‘rivoluzione’ anche se non credo che questa città possa cambiare, poichè ogni giorno i telegiornali raccontano di fatti simili”.
Jacopo, invece, sarebbe stato uno degli autori di "Napoli nel sangue", libro dedicato alla città soltanto un anno dopo.