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Cronaca

Danni maltempo, Legambiente: "In Campania nessuna prevenzione"

La denuncia dell'associazione ambientalista: "Nella nostra Regione assenza di controlli, nella mancanza di una seria e concreta politica di prevenzione e manutenzione ordinaria del territorio"

I danni del maltempo sarebbero colpa di mancati interventi da parte delle istituzioni. L'accusa arriva direttamente da Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania. "Nella nostra regione non reggono le città, né le aree interne ai fenomeni meteorologici estremi. La responsabilità dei danni, della melma e del fango, che mettono a repentaglio vite umane e a rischio case e strade, va ricercato nell'assenza di controlli, nella mancanza di una seria e concreta politica di prevenzione e manutenzione ordinaria del territorio, nella politica scellerata di cementificazione di vastissime aree. Siamo davanti ad un 'emergenza climatica ben visibile con il continuo ripetersi di fenomeni alluvionali".

Per Legambiente manca qualsiasi forma di programmazione sia a livello regionale che locale: "È evidente - sottolinea la Imparato - che qualsiasi pianificazione territoriale dovrebbe tenere in forte considerazione la componente climatica, che amplifica eventi naturali quali frane e alluvioni e si somma a una serie di fattori come consumo di suolo, impermeabilizzazione, espansione urbanistica, erosione costiera, conservazione delle aree naturali. E neanche la Campania è immune dalle conseguenze dei cambiamenti climatici".

Dal 2010 al 2021 la Campania ha registrato 70 eventi estremi tra cui 25 danni da trombe d'aria, 21 allagamenti da piogge intense, 14 episodi di danni consistenti a infrastrutture o al patrimonio storico a causa del maltempo, 5 esondazioni fluviali. "La nostra regione - prosegue la presidente di Legambiente - ha bisogno di accelerare nelle politiche di mitigazione del clima e di riduzione del rischio sul territorio, ancora troppo frammentate. Non ha bisogno di una legge regionale come quella recentemente approvata sulla rigenerazione che rischia di appesantire di ulteriore cemento una regione dai piedi di argilla".

Il tempo sembra agli sgoccioli: "Non esistono più alibi o scuse - ammonisce Imparato - per rimanere fermi: disponiamo di competenze, tecnologie e innovazione per aiutare i territori e le città ad adattarsi ai cambiamenti climatici e mettere in sicurezza le persone. Occorre dar avvio ad interventi rapidi e politiche di adattamento e di riduzione del rischio idrogeologico e per questo è fondamentale programmare sin da ora interventi a lungo periodo, diffondendo anche una cultura di convivenza con il rischio che punti alla crescita della consapevolezza tra i cittadini dei fenomeni e delle loro conseguenze".

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