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Cronaca

Daniele Sepe: "A Napoli si strafanno di droga tutti"

Il musicista: "Lo spaccio di droga rende come renderebbe una piccola-media azienda. Se questi si ammazzano, significa che sono moltissimi quelli che la usano"

Daniele Sepe, musicista apprezzato, è intervenuto nel dibattito apertosi dopo l’uccisione del diciassettenne Genny Cesarano, sull'Huffington Post. "Per la prima volta, potrei essere d’accordo con Saviano: il problema di Napoli non è solo criminale, è sociale, economico, politico".

In merito alla diffusione della droga in città: "A Napoli lo spaccio di droga rende come renderebbe una piccola-media azienda. E siccome a Napoli non si capisce bene di cosa si campa, quando hai una piazza al centro storico con cui si fanno soldi, molti si mettono a fare soldi. Io non giudico. Mi chiedo una cosa: se questi si ammazzano per lo spaccio di droga, significa che sono moltissimi quelli che la usano. Infatti, si strafanno tutti: avvocati e mariuoli, borghesi e sottoproletari".

E poi: "Avere 17 anni al Rione Sanità non è come avere la stessa età a Posillipo o nel nord Italia. A 17 anni in certi posti di Napoli si rimane incinta, si è già stati in galera, si sono accumulate esperienze che ti fanno essere uomo. Il sottoproletario napoletano non fa l’Erasmus. Cresce in maniera molto più veloce di quanto non faccia un figlio della borghesia. Non ha tutta la vita davanti: anzi, ha un’aspettativa di vita molto più bassa, sa che può anche morire presto".

In merito alla posizione di de Magistris sulla questione e alla diatriba del sindaco con Saviano: "La rivoluzione? Io ‘sta rivoluzione non l’ho vista. Napoli non è per niente migliorata rispetto all’amministrazione Iervolino. Forse De Magistris, l’ha fatta a Posillipo, nei quartieri bene, ‘sta rivoluzione. Qui, sinceramente, non ce ne siamo accorti".

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