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Cronaca

Covid, il prof. Gentile: "Fuori dall'emergenza. Trattiamo questo virus come le altre malattie"

"Non vi sono ad oggi evidenze che fanno pensare che una quarta dose sia utile nella popolazione generale. Lo è di sicuro negli immunodepressi e nelle persone estremamente fragili. In futuro avremo vaccini tarati sulle varianti circolanti o vaccini universali e questo certamente potrà cambiare la prospettiva e le strategie di somministrazione dei richiami"

L’aumento dei casi Covid dovuti alla variante Omicron 2, la probabilità di una quarta dose di vaccino e i rischi di questa nuova variante, sono alcuni dei quesiti che abbiamo posto a Ivan Gentile professore di Malattie Infettive presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Chirurgia, Direttore della Scuola di Specializzazione in Malattie Infettive e Tropicali della Federico II.

Aumento casi Covid: i rischi

"Nel corso della pandemia abbiamo imparato che continuamente vengono selezionate varianti caratterizzate da maggiore capacità replicativa e contagiosità che prendono il sopravvento sulle precedenti. Nelle ultime settimane si osserva un consistente aumento del numero dei casi di COVID-19 legato in buona parte alla diffusione di una variante a maggiore contagiosità denominata omicron 2. Dai primi dati disponibili, la variante omicron 2 non sembra dare forme più gravi rispetto alla sua progenitrice omicron. Infatti, al momento, al notevole aumento dei casi totali di infezione non corrisponde un parallelo aumento del numero dei casi COVID-19 ospedalizzati (cioè casi gravi) o dei decessi. Tuttavia, potremmo avere un quando più chiaro e valutare l’impatto di omicron 2 sulle ospedalizzazioni solo nelle prossime settimane. In ogni caso, e con qualsiasi variante, chi sta pagando il dazio maggiore sono i soggetti fragili che, per la coesistenza di patologie croniche (neoplasie maligne, soprattutto ematologiche, insufficienza renale cronica, cardiopatie, malattie polmonari o epatiche, obesità, diabete, immunodeficienza), rimangono a rischio di forma grave anche se vaccinati", spiega a NapoliToday il professor Gentile.

Lockdown e normalizzazione del virus

"Al momento non è prevedibile in Italia una strategia di lockdown come adottato a Shanghai e non credo sia proficua. Quello che dovremmo fare è “normalizzare” il nostro approccio a COVID. Disponiamo di vaccino, che rimane l’arma principe di profilassi, antivirali diretti orali e endovenosi, anticorpi monoclonali da utilizzare in terapia e, da pochi giorni, anticorpi monoclonali a lunga durata di azione da usare in profilassi per le persone che non rispondono alla vaccinazione. Un armamentario completo e potenzialmente vincente nella nostra guerra contro il virus, che però spesso non viene utilizzato appieno! Se lo fosse il COVID farebbe meno paura e impatterebbe meno sui nostri sistemi sanitari. Dobbiamo ripensare la nostra assistenza a COVID-19 e migliorare la comunicazione tra territorio ed ospedale, implementare i percorsi di cura precoci dedicati ai pazienti fragili, oltre ad incrementare ulteriormente la quota di popolazione con 3 dosi di vaccino. Diversi studi hanno mostrato che la variante omicron era più frequentemente associata ad una infezione delle vie aere superiori e meno a polmonite rispetto alla variante precedente (Delta). Per omicron 2 non abbiamo questa certezza e soprattutto non l’abbiamo per le future varianti che inevitabilmente prenderanno il sopravvento in futuro. Lo scenario che ci aspetta non è prevedibile. Potrebbe essere uno scenario simil-influenzale con picchi di malattia poco letali nelle stagioni fredde, ma non possiamo escludere scenari migliori o peggiori. Tutto dipenderà dalla capacità delle future varianti di “farci male”, ma anche della nostra capacità di rispondere ai colpi del virus con le armi della prevenzione e della terapia. Se escludiamo scenari catastrofici, comunque, il lockdown non sarà la soluzione", prosegue Gentile.

Quarta dose in autunno?

"Non vi sono ad oggi evidenze che fanno pensare che una quarta dose sia utile nella popolazione generale. Lo è di sicuro negli immunodepressi e nelle persone estremamente fragili. In futuro avremo vaccini tarati sulle varianti circolanti o vaccini universali e questo certamente potrà cambiare la prospettiva e le strategie di somministrazione dei richiami", conclude.

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