"Salvate i nostri figli": il corteo per le vittime innocenti della camorra

"Salvate i nostri figli": questo il grido d'aiuto alle istituzioni che Lina, mamma di Maikol Giuseppe Russo, il 27enne ucciso per errore il 31 dicembre scorso a Forcella, ha lanciato partecipando con altri parenti di vittime innocenti di camorra ad un corteo nel quartiere. Il giovane fu colpito da un proiettile vagante, durante una scorribanda di persone armate a bordo di motorini.

In prima fila oltre alla signora Lina e Antonio, mamma e papà di Maikol e alla moglie del ragazzo, Anita, anche i genitori di Genny Cesarano e Luigi Galletta, ultimi di una lunga lista di ragazzi uccisi senza motivo dalla mano violenta dei sicari di camorra.

Il corteo è stato organizzato dagli attivisti del 'Popolo in cammino', il movimento nato proprio per chiedere l'attenzione di istituzioni e politici sul degrado e lo stato di abbandono di quartieri e periferie cadute nelle mani dei clan.

IL RACCONTO DELLO ZIO DI MAIKOL - "Spero che Maikol sia l'ultima vittima innocente di questi quartieri di Napoli. Ho cresciuto quel ragazzo, è sempre stato bello e allegro, anche da bambino. Lavorava, vendeva i calzini per portare avanti una famiglia, due figli di due anni e cinque anni, e per dare una mano ai suoi genitori". Inizia così il racconto di Ciro, zio di Maikol Giuseppe Russo. La sera dell'omicidio "era fuori al bar (la Caffetteria Splendore di piazza Calenda, ndr) in attesa che il fratello finisse di lavorare per andare insieme a casa. Poi è stato colpito accidentalmente. Credo che una cosa del genere non si possa accettare ma portare rancore non serve. I colpevoli sono tanti, non sono quelli che hanno sparato. Durante tutto il tragitto che hanno fatto gli assassini, armati, non c'erano carabinieri, forze dell'ordine, nessuno. Chi ha sbagliato paghi".