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Cronaca Mugnano di napoli / Via Cesare Pavese

Mugnano verso #fiumeinpiena: cittadini in marcia contro la devastazione ambientale

Sabato 9 novembre mobilitazione promossa dalle tante realtà territoriali della rete #StopBiocidio. Appuntamento alle 17 al Piazzale Cesare Pavese, il corteo attraverserà Mugnano e passerà anche per la vicina Marano

Proseguono le mobilitazioni territoriali, gli incontri, i dibattiti, le marce in vista del grande appuntamento del 16 novembre a Napoli promosso dalla ricca ed eterogenea rete dei movimenti che compongono #StopBiocidio. Un "fiume in piena", quello che si prevede invaderà la città per protestare contro la devastazione ambientale. "Un punto d'inizio e non d'arrivo, per un progetto di opposizione all'avvelenamento ad ampio respiro " spiegano le tante anime promotrici: comitati, associazioni, movimenti laici e cattolici, parroci in prima linea, medici per l'ambiente e molte altre realtà da tempo in lotta per la tutela della salute pubblica e del territorio.

Sabato 9 novembre, un lungo corteo di protesta contro il disastro di cui sono vittime, in modo particolare, le province di Napoli e Caserta, partirà da Piazza Cesare Pavese di Mugnano di Napoli, attraverserà il centro della cittadina (Piazza Municipio e Via Napoli) per poi toccare anche la vicina Marano ('compagna' di lotte ambientali fin dai tempi della battaglia popolare per la chiusura della discarica di Chiaiano), passando per la rotonda 'La Rosa dei Venti' (più nota ai residenti come 'Titanic'), Via Falcone e infine tornare su suolo mugnanese, a Via Di Vittorio, dov'è sito lo stadio comunale dedicato al Alberto Vallefuoco, vittima innocente della camorra.

Una marcia pacifica di poco più di 4 km, alla quale sono attese anche le classi di alunni delle scuole elementari e medie, che unirà tutti sotto la stessa 'bandiera' dello 'stop al biocicdio'. Anche in questo caso, infatti, come per 'Fiumeinpiena', a promuovere la mobilitazione sono diverse realtà territoriali che hanno trovato una sintesi in un obiettivo comune: vincere la battaglia contro l'avvelenamento delle nostre terre.

Ma non si combatte solo contro roghi e sversamenti illeciti, i problemi sono tanti e la battaglia articolata, com'è venuto fuori nelle diverse assemblee pubbliche tenutesi nelle ultime settimane, che poi hanno portato alla decisione di un corteo di protesta in vista della prossima mobilitazione unitaria di Napoli.

Al centro della protesta anche discariche (basti pensare ai danni e alle illegalità legate a quelle di Pianura e Chiaiano) la costruzione di nuovi inceneritori, una Tares che finanzia un ciclo integrato di rifiuti a scapito di quello virtuoso, la richiesta di un incremento vero e diffuso della raccolta differenziata, un'assistenza sanitaria pubblica e gratuita visti i grandi danni che la popolazione sta avendo a causa del costante avvelenamento (aumento della patologie tumorali) e poi c'è lo scottante e complesso tema delle bonifiche. La paura più diffusa è che possano diventare il nuovo business in mano a chi fino ad oggi ha inquinato queste terre ed è per questo che i movimenti in lotta chiedono che siano effettuate sotto stretto controllo popolare.


 

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