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Cronaca

Covid e varianti: quella inglese prevalente in Campania. Ma attenzione alla brasiliana

Il "flash-survey" dell'Iss fa il quadro dello sviluppo delle varianti Sars-CoV-2 nelle Regioni del Paese. Tutti i dettagli

L'Istituto Superiore della Sanità ha diffuso dei dati, aggiornati al 18 febbraio, sulla diffusione delle varianti del Coronavirus nel Paese, con dei focus anche relativi alle singole regioni.
Le stime che derivano dal nuovo "flash survey" condotto dall’Iss e dal Ministero della Salute, insieme a 101 laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler.

Da quanto raccolto, appare evidente che la cosiddetta "variante inglese" del virus Sars-CoV-2 è attualmente quella prevalente: secondo i test effettuati, si attesta sul 54% dei casi nazionali, con valori nelle singole regioni che oscillano tra lo 0 e il 93.3%.
La variante brasiliana è invece al 4,3% (0%-36,2%) e quella sudafricana allo 0,4% (0%-2,9%).

Le conclusioni dell'Iss

"La cosiddetta ‘variante inglese’ sta diventando quella prevalente nel paese, e in considerazione della sua maggiore trasmissibilità occorre rafforzare/innalzare le misure di mitigazione in tutto il Paese nel contenere e ridurre la diffusione del virus mantenendo o riportando rapidamente i valori di Rt a valori <1 e l’incidenza a valori in grado di garantire la possibilità del sistematico tracciamento di tutti i casi - recita il rapporto dell'Iss - Dai dati emerge una chiara espansione geografica dall’epicentro umbro a regioni quali Lazio e Toscana della cosiddetta ‘variante brasiliana’', che deve essere contrastata con le massime misure di mitigazione".

In Campania

La situazione in Campania vede la VOC 202012/01 (ovvero lineage B.1.1.7-Regno Unito, la "variante inglese") al 59,3%, la P1 (ovvero Brasiliana) al 2,3%, e allo 0% la 501.V2 (ovvero lineage B.1.351-Sud Africana).

Il "sondaggio"

Per l’indagine è stato chiesto ai laboratori delle Regioni e Province autonome di selezionare dei sottocampioni di casi positivi e di sequenziare il genoma del virus, secondo le modalità descritte nella circolare del ministero della Salute dello scorso 17 febbraio. Il campione richiesto è stato scelto dalle Regioni in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo una certa rappresentatività geografica e se possibile per fasce di età diverse. In totale, hanno partecipato all’indagine le 21 Regioni/Province Autonome e complessivamente 101 laboratori, e sono stati effettuati 1296 sequenziamenti.

Tra i possibili limiti dello studio

Il sondaggio riporta anche alcune criticità: il metodo di campionamento potrebbe essere disomogeneo tra le varie Regioni, con numeri di sequenze esignui in alcuni casi. Inoltre, non sono al momento disponibili dati relativi alle fasce di età dei casi selezionati per il survey, nè è specificata la possibile appartenenza a focolai.

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