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Cronaca

Tampone negativo al ritorno da Ibiza, ma un compagno di viaggio ha il Covid: quarantena tra le polemiche

Lo sfogo di una lettrice di NapoliToday dopo il ritorno dalle vacanze in Spagna

Una lettrice di NapoliToday ci ha raccontato l'odissea che sta vivendo con il fidanzato dopo il ritorno a Napoli da una vacanza estiva a Ibiza. Dopo il tampone negativo, un loro compagno di viaggio è risultato positivo ed è quindi scattata anche per loro la quarantena tra incomprensioni con le autorità competenti e dubbi sul futuro.

"Abbiamo deciso io, il mio fidanzato e una coppia di amici di andare in vacanza quest'anno ad Ibiza consapevoli del fatto che i locali fossero chiusi e bar, ristoranti avrebbero chiuso all'una di notte, quindi vacanza tranquilla obbligo di mascherina anche all'aperto e 0 assembramenti. Due giorni prima del rientro a Napoli, previsto per il 18 Agosto, inoltriamo il modulo viaggiatore all'asl. Dopo innumerevoli chiamate, numeri di telefono sempre fuori posto, informazioni inesatte, ci chiamano per effettuare il tampone per il giorno venerdì 21 Agosto, senza l'indicazione di un preciso feedback sull'esito. Dopo 3 giorni, precisamente lunedì, in seguito a varie telefonate per sollecitare la risposta, ci comunicano l'esito negativo. In quel momento abbiamo pensato che sarebbe finita la storia e invece un nostro amico, partito con noi, è risultato positivo al tampone", spiega Valeria.

Tampone negativo, ma da ripetere: un compagno di viaggio ha il Covid

"Il nostro amico positivo è stato informato da una semplice telefonata, mentre gli è stato negato il diritto di ricevere i risultati dell'esame del tampone via mail o comunque in maniera ufficiale. Chi ci garantisce che il tampone sia effettivamente riferito alla persona nel caso specifico? A quel punto l'Asl ci ha imposto la quarantena, obbligatoria per chi è entrato in contatto con una persona risultata positiva e ci ha indicato la prenotazione di un secondo tampone per il giorno 28 Agosto, dopo 10 giorni dal rientro. Tra i vari problemi dobbiamo anche affrontare la questione del certificato medico da dover rilasciare all'azienda per preservare il posto di lavoro. Certificato che ancora oggi il medico di base rifiuta di rilasciare scaricando la responsabilità all'asl di competenza. Infatti, secondo il medico questa sarebbe una procedura da non tenere in considerazione per il nostro caso specifico in quanto il test del tampone ha esito negativo. Il medico ha perfino dichiarato che noi potremmo liberamente circolare, nonostante per legge, sia obbligatoria la quarantena per chi ha avuto stretto contatto con una persona risultata positiva. Il 27 Agosto siamo stai contattati dall'Asl che ci ha informati che non siamo presenti in alcuna lista per sottoporci al tampone ma che in assenza di sintomi, è prevista per noi solo la quarantena. La cosa assurda è che neanche per i genitori e la compagna di questa persona risultata positiva è previsto il tampone. Una volta terminata la quarantena chi ci garantisce che potremo ritornare alla vita quotidiana senza essere considerati persone trasmissibili del virus? Chi dice che la cura sia rimanere a casa 15 giorni? Ci troviamo costretti a denunciare questa situazione paradossale e senza senso che siamo costretti a vivere. Ho sempre difeso la mia città, ma è assurdo che siamo in quarantena dal 18 Agosto, risultati negativi al tampone e rimessi di nuovo in quarantena. Questi giorni che abbiamo perso, dopo 3 mesi di lockdown che tutti purtroppo abbiamo dovuto subire, chi ce li darà indietro? Quanti di loro si sarebbero autodenunciat come abbiamo fatto noi?"

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