Lenzuolata di protesta a Napoli e provincia: "Più tamponi, meno sermoni"
Il messaggio della Rete civica Covid 19 polemizza con le dichiarazioni del presidente della Regione De Luca, per cui sarebbe inutile e impossibile realizzare test su tutta la popolazione
Il secondo appuntamento delle reti sociali per la comunicazione "da balcone" sta vedendo già da alcune ore l'arrivo di decine di foto su striscioni, lenzuola, magliette, cartelli affissi alle finestre delle case di Napoli e della Campania su un tema molto sentito e legato al diritto alla salute: "Più Tamponi meno Sermoni", per la moltiplicazione dei test diagnostici. Test diagnostici che sono fondamentali a isolare il contagio ma anche a curare meglio le persone e abbassare il tasso di letalità e di gravità con le diagnosi precoci.
Punto di riferimento il programma "Solidarity II" lanciata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità per lo screening di massa della popolazione in diversi paesi del mondo, incrociando l'uso dei test rapidi sugli anticorpi con quello dei tamponi, ritenuta l'unica strada per contenere davvero il contagio nel tempo. Evidente che il messaggio polemico sia indirizzato a Vincenzo De Luca.
"Anche in Campania - si legge nella nota della Rete - (una delle ultime regioni per numero di test effettuati) i parenti di contagiati e a volte di persone decedute, cosi come persone anche anziane in difficoltà respiratoria aspettano spesso da settimane la possibilità di una diagnosi! Una situazione inaccettabile che Vincenzo De Luca continua a eludere e che può mettere a rischio i sacrifici di milioni di persone autosegregate nelle case, mentre i rapporti con i laboratori privati ricordano dinamiche clientelari e improduttive, quando il decreto cura italia dava al Governatore il potere di requisizione quantificando pure il risarcimento (nel 60% del costo nominale)".