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Cronaca

Coronavirus, vietato correre. I 'road runners': "Giusto così, ci vuole responsabilità"

Emilio Gramanzini, presidente dell'associazione 'Napoli Road Runners': "Era intuibile che, una volta pubblicata l'ordinanza, se tutti si fossero fiondati sul lungomare De Luca avrebbe nuovamente disposto il divieto di corsa"

"Non è permesso svolgere attività di corsa, footing o jogging, in quanto le dette attività sono incompatibili con l’uso della mascherina perché pericolose ove svolte con copertura di naso e bocca e tenuto conto che chi esercita tali attività emette microgoccioline di saliva (droplet) potenziali fonti di contagio. L’attività motoria permessa (sostanzialmente passeggiate) deve essere svolta in prossimità della propria abitazione, con divieto assoluto di assembramenti e con obbligo di utilizzo delle mascherine e di rispetto della distanza minima di due metri".

Con questa precisazione la Regione Campania ha di fatto fermato sul nascere un movimento di corridori che aveva approfittato della possibilità di attività all'aria aperta - anche se in orari limitati. Ieri molte persone avevano capitalizzato l'opportunità scegliendo di tornare a correre sul lungomare partenopeo. Da domani non potranno più farlo. Abbiamo scelto di parlarne con Emilio Gramanzini, presidente dei Napoli Road Runners, associazione sportiva che ogni anno organizza un'attesa maratona partenopea.

Corsa non più consentita: l'ordinanza

Come valuta questo chiarimento da parte della Regione?

"Già immaginavo che ieri tutti, runners o presunti tali, si sarebbero scatenati. E così è stato. De Luca, giustamente, dopo aver notato queste folle riversatesi in strada ha deciso di chiudere nuovamente i rubinetti. E ora credo che sarà molto difficile che, nei prossimi giorni, si consentirà nuovamente la corsa in strada". 

Nel testo si specifica "la difficoltà nel correre con la mascherina". Condivide?

"Senza dubbio. Correre con quella mascherina è difficilissimo. Da oggi si potrà solo passeggiare, anche se credo qualcuno una corsetta la farà comunque. Immagino che il 4 maggio la scena si ripeterà. Ci sono belle giornate, molti non resistono più a casa. Ieri secondo me in molti si sono 'camuffati'. Anche tanti che non fanno abitualmente attività fisica hanno deciso di scendere". 

Come immagina il futuro prossimo per la sua disciplina?

"Credo che i runnersi dovranno cercare spazi meno affollati. Chiaro che se esce l'ordinanza e tutti si riversano sul lungomare Caracciolo si dà nell'occhio. E' difficile anche distanziarsi, ma speriamo che questa fase durerà poco, che il contagio scemi rapidamente e definitivamente in modo da pensare a come ripartire, anche nello sport, con regole uguali per tutti, professionisti e dilettanti. In autunno potrebbe esserci una nuova ondata, è quasi impossibile ora programmare le gare". 

Quali consigli sta dando ai suoi affiliati? In che modo si sta ri-organizzando la sua associazione? 

"I nostri affiliati si stanno allenando in modo individuale anche se per un "road runner", lo dice il nome, è difficile allenarsi in casa o in spazi chiusi. La disciplina prevede il contatto con la strada, le sue imperfezioni. Avremmo dovuto fare la maratona "Park to park", quest'anno saremmo partiti da Bacoli e arrivati a Napoli. Dobbiamo rimandarla all'anno prossimo. Correre in pista è qualcosa di completamente diverso. Mi allenai in questo modo prima di una maratona di New York, feci quasi 30 kilometri in pista, alla fine era alienato, mi sentivo un criceto in gabbia. A questo punto meglio evitare, meglio avere senso di responsabilità e sperare che tutto questo passi presto". 

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