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Cronaca

Covid, l'Arcivescovo Battaglia: "Un pensiero per chi ha sofferto e soffre a causa del virus"

Le parole dell'Arcivescovo per XXIX Giornata mondiale del malato

Oggi 11 febbraio, ricorrenza liturgica della Beata Maria Vergine di Lourdes, si celebra la XXIX Giornata mondiale del malato. Per l'occasione, anche il neo Arcivescovo di Napoli Domenico Battaglia ha scritto un messaggio. Nell'eprimere vicinanza a "tutti gli ammalati", don Mimmo ha anche parlato del Coronavirus, al quale è risultato positivo qualche giorno fa.

Saltata la visita al Cardarelli

"Come sicuramente saprete, da qualche giorno, ho scoperto la mia positività al Coronavirus e questa, mi impedisce di vivere quella quotidianità, fatta di incontri, di storie, di volti, di vite intrecciate che si guardano, si toccano, percorrono passi insieme. Per questa Giornata del Malato, avevamo in programma la mia visita agli ammalati ricoverati presso l’ospedale Cardarelli e la celebrazione della S. Messa insieme a chi sta vivendo il tempo della fatica; purtroppo, però, la mia positività ci ha costretti ad annullare tutto", ha scritto il presule.

Tuttavia, l'arcivescovo Battaglia, sotiene di vivere questo momento come "una benedizione, un battesimo nuovo" e in questo "deserto", nel quale invita tutti ad immergersi con "coraggio", lui trova la forza di pregare e rivolgere un pensiero a tutti. "Il mio pensiero, oggi e in questi giorni, va in modo particolare a quanti stanno soffrendo o hanno sofferto a causa del virus, a quanti nel corso di questa pandemia, hanno perso qualcuno e hanno il cuore ferito pensando alle carezze non date, agli abbracci perduti", ha scritto.

"Momento difficile e triste"

Un pensiero per chi ha perso un caro, per chi si trova in un letto di ospedale, per i bambini, per tutti coloro che "stanno soffrendo nel corpo e nello spirito". "Anche in questo tuo momento, così difficile, così triste, così spaventosamente umano, si nasconde un’opportunità. Per te. Per noi. Per tutti", sotiene Battaglia prima di volgere un pensiero anche agli infermieri e gli altri operatori sanitari:

"E penso, a quanti, medici, infermieri, operatori sanitari, sacerdoti, religiosi, religiose e volontari si prendono cura delle tante ferite, visibili e invisibili, spesso in condizioni estreme. Sento il desiderio di ringraziarvi per il vostro servizio, per la vostra vita donata accanto a chi fa più fatica, per le vostre mani delicate che esprimono l’arte della cura, per i vostri occhi attenti alla vita del fratello che vi è accanto. Mi sento con voi e vi sento con me!", ha detto in conclusione.

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