Un operatore socio-sanitario: "Ci hanno sempre mortificati. Oggi ci chiamano eroi"
Lettera aperta di un Oss ai suoi colleghi: "Dobbiamo essere orgogliosi del nostro lavoro nell'emergenza. Basta umiliazioni. Quando tutto finirà dovranno riconoscere il nostro lavoro"
Riceviamo e pubblichiamo una lettera di un operatore sanitario, Manolo Ciancio, impegnato nel territorio dell'Asl Napoli 2, rivolta ai suoi colleghi:
"Fino a qualche mese fa, la vostra professione non veniva calcolata, se non come tessere dai soliti noti o come "forze ausiliarie". Oggi , invece, siete voi il cuore del reparto, voi che correte da una parte all'altra, voi che con la vostra forza d'animo riuscite a volte, anche in maniera sistematica, a ricoprire il gap assistenziale e di organico che la sanità campana mostra in questa emergenza.
Non è il tempo delle polemiche ma del riconoscimento. Voi non siete Jolly, non siete Ausiliari, non siete barrellieri, Voi siete OPERATORI SOCIO SANITARI con una vostra struttura , una vostra dignità, una vostra giusta rivendicazione sul mondo della sanità, che vi ha relegato con un accordo stato-regione che risale a vent'anni fa nel comparto tecnico, e che nessuno ha avuto il coraggio di procedere con il successivo accordo del 2003 che vi vedeva collocati in un diverso settore, quello socio sanitario con mansioni molto più complete.
Non sono certo i ringraziamenti ciò di cui avete bisogno, ma qualcuno deve pur dirvi grazie, qualcuno deve pur dirvi che mentre e dopo ci sarà chi si batterà per voi, che lo vogliate o no, per darvi tutto ciò che vi spetta, sia in termini di dignità, sia in termini economici. Vi vedo nei pronto soccorso battervi come gladiatori, vi vedo nelle rianimazioni, nei reparti di aria critica: un anello fondamentale, l'altro braccio del Medico.
Senza di voi non si riuscirebbe a sostenere quest'onda anomala, senza di voi non ci sarebbe stata possibilità di vincere, o di combattere come stiamo facendo a denti stretti. Deve essere frustrante non essere menzionati, non avere ancora quella giusta autonomia e dignità, essere il "personale di supporto". Siete in gran parte preparati e motivati, e meritate la possibilità di progredire, di avere davanti a voi una carriera dinamica e non statica. Io vi ringrazio, perchè siete i primi occhi che una persona guarda quando entra in un ospedale, perchè siete coloro che lavorano nell'ombra.
Ora che il covid19 avanza voi non arretrate, uscite dai vostri reparti distrutti, e come tutti gli altri operatori del settore vi isolate, e vivete forti disagi. Sappiate che non sarà tutto dimenticato, nessuno dimenticherà. Mi riferisco anche a chi ha servito ed è stato poi cacciato via, mi riferisco a chi ancora sosta in graduatoria e a chi viene utilizzato come tuttofare in ambiti come il privato sociale o la sanità privata. Ora basta umiliazioni, basta.
Presto combatteremo sui tavoli nazionali per rivedere il vostro ruolo e il vostro livello...per ora in bocca a lupo a tutti voi. Non vi chiamerò eroi, perchè cos'è un eroe se non un essere umano che lotta contro le proprie paure?"