Covid, indice Rt in Campania 1,42: è la terza regione in Italia
L'indice di replicabilità è il più alto subito dopo quello veneto e quello siciliano. Cosa vuol dire, e perché la fluttuazione del dato dipende molto dai casi già presenti
Un dato sta facendo particolarmente discutere in questi giorni a proposito dell'epidemia da Covid-19. Si tratta dell'indice Rt che in Campania è salito a 1,42, portando la nostra Regione al terzo posto nazionale.
Si tratta come si è più volte detto dell'indice di replicabilità, cioè quanti contagi vengono causati da un singolo infetto. Al crescere del numero, il dato risulta essere più preoccupante e segnale di una curva di crescita più ripida. La soglia di sicurezza è 1, la media nazionale al momento è 0,98.
Prima della Campania solo il Veneto (1,66) e la Sicilia (1,55). Dopo invece Trento (1,34), Liguria (1,25), Emilia Romagna (1,08), Bolzano (1,07), Lazio (1,04). C'è da preoccuparsi? C'è sicuramente da non abbassare la guardia – come pure le autorità tutte stanno continuando a ripetere da settimane – ma il dato dell'indice non deve essere foriero di particolari paure. Come alcuni esperti hanno spiegato, il virus non è “più forte” dove l'indice è più alto, ma anzi il suo senso dipende dal “denominatore”. Per capirci: se c'è una “base” di pochi casi, basta un focolaio per farlo schizzare paurosamente in alto.
Se facciamo quindi l'esempio del confronto tra Campania e Lombardia, l'attuale indice è solo una fotografia del fatto che – dati alla mano – il contagiato campano in questo momento ha più possibilità di trasmettere ad altri il virus rispetto a quello lombardo. Intanto, gli ultimi dati dell’Unità di crisi della Regione Campania registrano oggi quattro nuovi casi positivi.