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Cronaca

"Lady Camorra", Maria Licciardi boss senza scrupoli. Le intercettazioni

Maria Licciardi, a capo dell'Alleanza di Secondigliano, stava scappando a Malaga quando è stata arrestata. Il boss pentito Giuseppe Misso: "Lei un boss, molto più pericolosa di Matteo Messina Denaro". Le intercettazioni che la vedono protagonista

Nella giornata di domani, nel carcere romano di Rebibbia, si terrà l'udienza di convalida del fermo - emesso dalla Procura di Napoli, sostituti procuratori Giuseppina Loreto, Celeste Carrano e Antonella Serio - nei confronti di Maria Licciardi, la "lady camorra" bloccata dai carabinieri del Ros all'alba di ieri nell'aeroporto di Ciampino a Roma. Licciardi era in procinto di fuggire a Malaga, in Spagna.

La donna boss del clan Licciardi non sarà difesa, questa volta, dall'avvocato Dario Vannetiello che riuscì ad ottenere dal Tribunale del Riesame l'11 luglio del 2019 l'annullamento di una misura cautelare emessa nei suoi confronti nell'ambito di un blitz della Dda che riguardò 126 persone, raggiunte da provvedimenti del giudice e oltre 200 indagati.

"Maria Licciardi non potrà per ora avvalersi, né in sede di interrogatorio di convalida, né in sede di eventuale giudizio innanzi al Tribunale del riesame, del mio aiuto, avendo oramai da due anni, deciso di assumere nuovi incarichi professionali solo innanzi alla Suprema Corte di Cassazione", ha spiegato l'avvocato Vannetiello.

Intanto oggi l'autore di Gomorra Roberto Saviano ha ricordato come Maria Licciardi, la "piccerella", fosse a capo dell'intera Alleanza di Secondigliano, di come il boss pentito Giuseppe Misso l'avesse definita "un boss, molto più pericolosa di Matteo Messina Denaro", e di come il personaggio di Scianel nella serie tv Gomorra fosse ispirato a lei.

Il sostegno ad un candidato alle Regionali

A quanto pare Maria Licciardi avrebbe fornito sostegno elettorale a un politico candidato alle ultime elezioni regionali in Campania del 24 e 25 settembre 2020. Ad ipotizzarlo sono gli inquirenti del Ros e della Dda di Napoli sulla base di una recentissima intercettazione. "È arrivato a 2100... però in tutta la Campania... 2100 voti" dice al telefono un uomo ritenuto legato al clan Mallardo, fedele alleato dei Licciardi, nel corso di un incontro svoltosi il 29 giugno nell'abitazione della boss.

Dal colloquio si evince che l'uomo del clan alleato, proprio su richiesta della Licciardi, aveva fornito il suo aiutoal politico che però non era riuscito ad essere eletto. La cosa non ha reso "Lady Camorra" emtusiasta.  "Ci volevano 2500... e loro non sono arrivati nemmeno a...erano 900", dice a proposito dei voti non arrivati. Non è emerso al momento il nome del politico.

Un "tradimento familiare" risolto in prima persona nel sangue

Un'altra vicenda emersa su Licciardi riguarda la compagna della nipote. Questa si sarebbe appropriata di 450mila euro e lei, Lady Camorra, prima l'accoltella due volte, poi la costringe a lasciare Napoli dopo la restituzione del denaro.  

Le intercettazioni sono del 15 marzo scorso, ottenute grazie a "cimici" sistemate nell'abitazione della donna boss. Maria Licciardi si fa accompagnare a casa della fidanzata della nipote: prima la accoltella a una gamba e a un braccio, e poi la minaccia pesantemente ("...attacco i nipoti tuoi dietro alla macchina e ti faccio piangere senza mazzate..."), per costringerla a riconsegnare l'ingente somma e a lasciare la città.

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