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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Litorale Domizio-Flegreo, la scoperta dei carabinieri: denunciate 28 persone

I controlli tra Bacoli, Licola, Pozzuoli, Giugliano e Napoli contro l'abbandono di rifiuti e gli illeciti sversamenti da parte di imprese operanti nelle aree del litorale

Proseguono oramai da due mesi i controlli dei carabinieri del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari contro l'abbandono di rifiuti e gli illeciti sversamenti da parte di imprese operanti nelle aree del litorale domizio-flegreo, tra Bacoli, Licola, Pozzuoli, Giugliano e Napoli.
L’attività aveva avuto inizio con un iniziale censimento delle principali attività produttive, suddivise per tipologia, per lo più cantieri nautici. Poi sono stati controllati 36 impianti produttivi potenzialmente impattanti sullo stato delle acque.

Alla fine sono state denunciate 28 persone, individuati 22 scarichi abusivi, alcuni dei quali opportunamente cementati; sequestrati 13 tra scarichi abusivi, rifiuti da attività di rimeggio, impianti e apparecchiature, nonché alcune aree di cantiere, utilizzate quale sito di stoccaggio illecito di rifiuti.

L'estorsione

È stato proprio nel corso di uno di tali controlli presso un cantiere nautico di Licola di Pozzuoli che i militari del Noe di Napoli hanno acquisito notizia di una estorsione subita dal titolare del cantiere, nel mese di dicembre 2020, a ridosso delle festività natalizie da parte di tre giovani di Pozzuoli, tutti vicini ad ambienti legati al clan Longobardi-Beneduce, egemone nell'area flegrea. Una richiesta estorsiva di 2000 euro da destinare alle "famiglie dei detenuti", a fronte della quale, in esito alle pressioni e intimidazioni ricevute, l’imprenditore aveva versato una prima rata da mille euro per ottenere in cambio la “protezione” del sodalizio criminale. Il 18 giugno ai tre giovani sono stati notificati altrettanti provvedimenti cautelari restrittivi.

Nel porto di Napoli

Inoltre un'impresa nel porto di Napoli ha subito un sequestro di alcune aree e dei macchinari perché avrebbe svolto "le attività di manutenzione e rimessaggio dei natanti in assenza delle necessarie autorizzazioni ambientali, in particolare dell’autorizzazione allo scarico per i reflui industriali. Veniva inoltre accertato che numerose delle attività di rimessaggio, con uso di solventi e vernici, avveniva nei pressi della battigia, in assenza di vasche di accumulo e di depurazione, necessarie per la raccolta ed il regolare smaltimento dei reflui liquidi prodotti dalle lavorazioni eseguite sui piazzali".

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