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Consegne a domicilio, Pino Bozza: "Serve alle piccole pizzerie, ma io non riapro"

Il titolare della catena 'Antonio La Trippa' commenta sulla possibilità di ripartenza parziale della ristorazione: "Servirà ai locali a conduzione familiare, ma per chi fa grandi numeri sarebbe una perdita e metterebbe a rischio i dipendenti. I colossi della pizza lascino spazio ai piccoli imprenditori"

"Riaprire e ristoranti e pizzerie per le consegne a domicilio potrebbe aiutare i piccoli imprenditori, ma per chi fa grandi numeri sarebbe solo una perdita. Io non riapro". Pino Bozza, titolare dei ristoranti Antonio La Trippa, a Napoli, interviene nella discussione lanciata dai pizzaioli e, pare, accolta parzialmente da Vincenzo De Luca, sulla possibilità di consentire le consegne a domicilio. 

"Per le attività familiari con pochi dipendenti - spiega Bozza - potrebbe essere una boccata di ossigeno, ma per chi ha 50 dipendenti come me, aprire per incassare poche centinaia di euro sarebbe un grave danno. E lo sarebbe anche per i lavoratori: ora sono in cassa integrazione ma se riapro non potranno più usufruirne e allo stesso tempo non avrò intoriti sufficienti a mantenerli tutti. Sarebbe un disastro". 

Il ristoratore non risparmia una frecciata ai grandi colossi della pizza napoletana: "Mi sembra che stiano chiedendo la carità. Hanno fatturato milioni negli anni, adesso riaprirebbero per sfornare 200 pizze al giorno? Credo che dovrebbero lasciare spazio ai piccoli pizzaioli che con le consegne potrebbero sfamare la propria famiglia". 

Per i ristoranti Antonio La Trippa la riapertura sembra ancora molto lontana: "Io non aprirò le porte del mio locale finché la situazione non tornerà alla normalità. Andare a ristorante è un piacere conviviale che non può essere vissuto con l'ansia del distanziamento sociale". 

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