Delivery pizza negato in Campania, Sorbillo: "Rischio di dover chiudere alcuni miei locali"
"La nostra pizza è sicura, cuoce a 450 gradi, viene poi chiusa direttamente nel box avvolta in una pellicola e consegnata al fattorino. Zero i rischi e terrebbe incollate le persone a casa", spiega a NapoliToday Sorbillo
Si moltiplicano gli appelli a Vincenzo De Luca per ripristinare in Campania i servizi di consegna a domicilio per quanto concerne il settore della ristorazione, fermi a causa del lockdown da Coronavirus. I ristoratori, su tutti i pizzaiuoli, ma non solo, chiedono che tale possibilità, già consentita in altre regioni italiane, sia estesa al più presto anche in Campania, al fine di evitare la chiusura definitiva, anche nella fase 2, di ristoranti e pizzerie.
NapoliToday ha chiesto un parere a Gino Sorbillo, che da settimane chiede un confronto a Vincenzo De Luca, spiegando come la pizza, grazie alle alte cotture (cuoce sino a 450 gradi) e ad un sistema innovativo di "impacchettamento" sarebbe a rischio zero per i clienti.
"La situazione è tragica. Non abbiamo indicazioni, non vediamo sbloccato il delivery. Avendo costi di gestione molto alti, così non possiamo andare avanti. Abbiamo fatto numerosi appelli, anche a De Luca, per sperare di aprire uno spiraglio per un confronto almeno. Anche perchè abbiamo dimostrato da subito serietà, anche anticipando la chiusura e facendo appelli anche agli altri ristoratori, ai nostri clienti, agli amici, chiedendo di adeguarsi alle nuove normative. Ma da allora non si vede nulla di nuovo. Siamo bloccati con tutto il personale per strada e non sappiamo come risolvere il problema del fitto. Abbiamo richiesto di aprire anche solo i forni, con giusto un pizzaiolo e un fornaio, affidandoci poi al delivery realizzato dalle app di consegna, non impiegando nostri fattorini. In queste settimane viene consegnato di tutto, anche beni non di prima necessità. La pizza lo è, ma non può essere consegnata. Incollerebbe le persone a casa. Le persone scendono continuamente per fare la spesa nei supermercati. Toccano frutta, verdura. I carrelli sono utilizzati continuamente senza sanificazione garantita al 100%. La nostra pizza consentirebbe alle persone di ricevere un pasto primario completo caldo. E' meglio riaprire con i locali a filo di gas ora che perdere 2-3 mesi di lavoro trovando poi dei disastri all'interno dei nostri locali. E poi mi chiedo perchè i panifici possono vendere le pizzette che spesso poi vengono anche vendute fredde in vetrina e contaminate? Noi la impacchettiamo appena uscita la pizza. Cuoce a 450 gradi, davanti al banco e la chiudiamo appena esce nel forno nel box. Poi viene avvolta nella pellicola sicura al 100% e consegnata al fattorino con zero rischi. Se le cose continuano così io rischio di dover chiudere qualche mia pizzeria. Ci sto pensando seriamente", spiega Gino Sorbillo.