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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Torre annunziata / Via Nazionale

Omicidio Merlino: condannati in appello i baby-ras dei Gionta

Confermate le condanne a 14 ai danni di Carmine Maresca e a 12 anni ai danni di Salvatore Paduano, minorenni al momento del delitto

Confermate le condanne per Salvatore Paduano e Carmine Maresca a giudizio dinanzi alla Corte d'Appello minorile per l'omicidio di Ettore Merlino, il ras degli Ascione-Papale ucciso dai killer del clan Gionta di Torre Annunziata per fare un “favore” agli alleati del clan Birra di Ercolano. I due “baby-boss”, appellativo che si sono guadagnati successivamente, sono stati condannati rispettivamente a 12 e 14 anni di carcere così come in primo grado. I due giovani, figli di due storici ras dei “valentini”, parteciparono ad organizzare la trappola che portò la vittima all'interno del covo del clan Gionta, palazzo Fienga, per poi far scattare l'agguato su via Nazionale. 

L'omicidio venne commesso il 24 maggio 2007 a pochi giorni dagli arresti dall'operazione “Emergency” che permise la cattura dello stato maggiore del clan. Il delitto fu deciso per fare un “favore” agli alleati di Ercolano del clan Birra-Iacomino. Merlino, affiliato al clan avverso degli Ascione-Papale ed originario di Torre del Greco, venne assassinato su via Nazionale tra Torre Annunziata e Torre del Greco. L'uomo venne convocato a palazzo Fienga da Pasquale Gionta ed il resto del gotha del clan per discutere di una fantomatica alleanza.

In realtà si trattava solamente di una trappola per farlo finire sotto i colpi di Raia ed Agnello che commisero materialmente l'omicidio esplodendo nove colpi di pistola che risultarono fatali all'uomo degli Ascione-Papale. Il summit venne ripreso dalle telecamere di sorveglianza installate a protezione della roccaforte del clan e i filmati sono stati decisivi per inchiodare i Gionta. Il loro obiettivo era quello di eliminare da Torre del Greco gli Ascione-Papale mentre i Birra avrebbero fatto lo stesso sul suolo di Ercolano. L'alleanza tra i due clan avrebbe permesso un filo conduttore unico che avrebbe portato sotto il loro controllo un intero tratto di provincia di Napoli.  

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