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Cronaca San Lorenzo / Via dei Tribunali

Raid a Cala la Pasta ai Tribunali, arriva la condanna per i baby Contini

Nel maggio del 2022 aggredirono titolare, compagna e clienti del ristorante del centro antico

Sono stati condannati a cinque anni e quattro mesi i due giovani esponenti del clan Contini che nel maggio del 2022 aggredirono titolare, compagna e clienti del ristorante Cala la Pasta in via dei Tribunali.

I condannati sono Gennaro Vitrone, che era in sella allo scooter rovinato sui tavolini del ristorante e che travolse la compagna del titolare Veronica ed una persona seduta a pranzare, e Patrizio Bosti jr, accusato di favoreggiamento e minacce.

Dopo che lo scooter finì a folle velocità tra le persone, un folto gruppo di ragazzi intervenne per favorire la fuga al centauro ed assicurargli l’impunità. In quell'occasione il titolare del ristorante e lo chef furono minacciati con un'arma perché non presentassero denuncia.

I commenti

"Servono pene sempre più dure contro i delinquenti e i camorristi che infestano la nostra città – dichiara il deputato di Alleanza Verdi-la Sinistra Francesco Emilio Borrelli – Chi denuncia deve essere tutelato e protetto dallo Stato. I criminali devono sapere che a Napoli non c'è più posto per loro".

"Oggi abbraccio io Raffaele, i suoi fratelli e Veronica, vittime meno di un anno fa, di una paranza di camorra che in via Tribunali a Napoli – racconta Sandro Ruotolo – Oggi, meno di un anno dopo, sono stati condannati in primo grado gli autori del raid. L’abbraccio vale doppio per Raffaele, Veronica e gli altri. Il primo abbraccio è perché hanno ottenuto giustizia. Il secondo è perché hanno avuto il coraggio di riconoscere e denunciare la paranza. Una bella giornata per la Napoli che ci piace. La camorra è una montagna di merda".

Lo sfogo del ristoratore al tempo del raid

"Da via Duomo in su sono installate 60 telecamere, lato basso di via Tribunali una sola telecamera". Raffaele, il titolare di Cala la Pasta, visse giorni difficilissimi dopo l'episodio. Veronica, la moglie di 41 anni, venne ricoverata in gravi condizioni in ospedale. I suoi sfoghi furono particolarmente duri all'indomani della per fortuna poi soltanto sfiorata tragedia. L'assenza di telecamere era per l'esercente "un chiaro segnale alla criminalità, lì potete fare quel che ca**o vi pare, lì potete rubare, spacciare, è zona franca, è lì che vi dovete 'sfogare'. Hanno scelto di ghettizzarci". La indagini dei giorni successivi permisero effettivamente di identificare i protagonisti.

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