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Cronaca

Pizze a domicilio, la proposta di Porzio: “TNT per garantire sicurezza e qualità del prodotto”

"No alla proposta di Gino Sorbillo di avvolgere le pizze in una pellicola di cellophane. Io propongo il tessuto non tessuto, un materiale economico e più sicuro”. Le dichiarazioni del maestro pizzaiolo napoletano

Delivery sì, delivery no: questo è il dilemma. La Campania è l’unica regione italiana in cui è stato imposto il divieto del cibo d'asporto per tutelare la salute dei cittadini. Nella sua ultima diretta Facebook, il presidente De Luca ha dichiarato che sta valutando la possibilità di far ripartire le consegne a domicilio nel mese di maggio, ma per ora vige ancora il divieto. Tante sono le proposte arrivate dalle associazioni di categoria campane per far ripartire in sicurezza l’attività del delivery. Numerosi anche i confronti in radio e sui social network tra pizzaioli e ristoranti. Non sono mancate le polemiche sulle modalità da adottare per il trasporto come quella tra i maestri pizzaioli Gino Sorbillo ed Errico Porzio.

Sono favorevole - ha dichiarato Porzio - alla riapertura delle pizzerie con il delivery, in una prima fase. Ma sono contrario alla proposta di Gino Sorbillo di avvolgere le pizze appena sfornate in una pellicola di cellophane. I fori sui cartoni dei box pizza servono alla respirazione del prodotto, a far uscire l'umidità ed evitare la condensa. Con la pellicola questo processo verrebbe interrotto con il risultato di portare a casa dei clienti pizze di gomma, danneggiando la qualità de prodotto e l’immagine della pizzeria. Se è necessaria la chiusura e la sigillatura dei cartoni si potrebbe usare il TNT (tessuto non tessuto), materiale utilizzato per fabbricare le mascherine usa e getta, che garantirebbe la respirazione della pizza e il passaggio di umidità. I rotoli di TNT sono economici (100mx1,60m costa 180 euro) e si trovano facilmente, si possono ordinare ai fornitori di carta e tendaggi. Utilizzando questo materiale si potrebbero impacchettare migliaia di pizze a un costo minimo garantendo ai clienti qualità e sicurezza”. Sulle modalità di consegna ha, poi, proseguito il maestro pizzaiolo"Più che affidarmi a piattaforme dedicate, preferirei chiamare i miei ragazzi per le consegne. In questo modo non solo farei lavorare i miei dipendenti, ma abbatterei anche il costo finale dei clienti. Avvalersi delle piattaforme come Uber Eats o Just Eat, comporta un costo quasi raddoppiato della pizza. Scegliendo questa soluzione farei tornare i miei ragazzi a lavorare provvisoriamente come driver facendo, nello stesso tempo, risparmiare i miei clienti. Ovviamente non condanno assolutamente chi opta per la soluzione delle piattaforme”.

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