Collega di Sonia Battaglia in terapia intensiva, la figlia: “Ha avuto il suo stesso lotto di vaccino"
Il 61enne lavorava con la donna, morta nei giorni scorsi, all’Itis “Enrico Medi”
Dopo due settimane dall’inoculazione del vaccino AstraZeneca un collega di Sonia Battaglia e' stato colpito da un ictus. Al 61enne era stato somministrato lo stesso lotto di Sonia (tre giorni dopo la donna), ma al momento non esiste alcuna correlazione con il vaccino. La famiglia però vuole vederci chiaro.
La figlia Edda ha raccontato a NapoliToday come si è svolta tutta la vicenda, dalla somministrazione al ricovero presso l’ospedale Cardarelli in codice rosso, precisando che la sua non è una posizione da No Vax. Il papà, chiarisce Edda, non ha mai presentato gravi patologie almeno fino al 2016 quando, dopo una fibrillazione ventricolare, è stato dichiarato cardiopatico.
“Sta meglio, parliamo anche al telefono”
Per l’uomo, però, arrivano buone notizie e dopo un momento critico iniziale si registrano i primi miglioramenti: “Mio padre per il momento è ancora in terapia intensiva, ma sta meglio. E’ cosciente, vigile, non posso definirla una situazione grave. Sta meglio, parliamo al telefono, anche su Whatsapp. Quindi, riesce a scrivere, cosa che non gli riusciva quando è stato ricoverato per l’ictus. Deve restare sotto osservazione in terapia intensiva”.
“Il vaccino tre giorni dopo Sonia”
“Il vaccino è stato effettuato il 4 marzo alle 16,30, tre giorni dopo Sonia Battaglia e gli è stato somministrato lo stesso lotto – spiega Edda - Parliamo della prima dose. Lui ha già avuto il Covid ad ottobre e, quindi, gli era stato consigliato di fare solo una dose. Il giorno dopo l’inoculazione ha avuto la febbre alta per tre giorni, ma tutto rientrava nella normalità”.
“Dal 7 al 20 marzo, quando praticamente nella notte tra il 20 e il 21 è stato ricoverato per l’ictus, aveva dei mal di testa fortissimi che non andavano via. Seguendo la prescrizione della dottoressa ha fatto dei prelievi per la coaugulazione e vedere se c’erano dei trombi in atto. I risultati li avrebbe ricevuti ieri, ma tra il 20 e il 21 marzo ha avuto questo ictus ed è stato ricoverato al Cardarelli in codice rosso”.
“Gli è stata somministrata l’eparina ed è stata effettuata la trombolisi che, però, può causare emorragie cerebrali. Una situazione difficile, anche se ora sta decisamente meglio”.
“Non sono una no vax, voglio solo capire”
“Io voglio capire se anche altre persone hanno avuto gli stessi sintomi. Io non sono una no-vax e non voglio invitare le persone a non fare il vaccino. Non mi permetterei mai di infangare il lavoro dei medici che sicuramente ne sanno più di me. Il mio è un invito a fare attenzione e a comprendere se ci sono altre persone con gli stessi sintomi, magari categorizzate in patologie pregresse”.
“Ovviamente, questo potrebbe essere utile per cercare di prevenire gli stessi sintomi. La mia non vuol essere una denuncia, ma una testimonianza affinché episodi estremi – come quello che ha riguardato mio padre o la povera Sonia – non accadano ad altri”.
“Non so se sono solo coincidenze”
“Mio padre non beve, non fuma, sta attento a quello che mangia e presenta solo sbalzi di colesterolo. Non presenta, quindi, patologie pregresse gravi. Solo nel 2016 è stato colpito da fibrillazione ventricolare e da quel momento è stato definito cardiopatico. Dopo il malore, i medici del Pronto Soccorso mi hanno detto che non era esclusa una correlazione con l’inoculazione del vaccino. Il neurologo, invece, proprio ieri mi ha detto che non c’è alcuna correlazione”.
“Voglio chiarezza. Voglio capire se il vaccino c’entra qualcosa con questi gravi sintomi. Qui si parla di casi, ma non dimentichiamo che parliamo di persone che hanno una storia, una famiglia, degli affetti. Io non so se si tratta solo di coincidenze. Mio padre non aveva mai avuto ictus, poi dopo il vaccino – così come è capitato alla collega – si è sentito male”.
“Mio padre ha voluto fare il vaccino, nonostante alcune notizie tragiche. Non è stato costretto. Era fiducioso, molto fiducioso e non ha mai avuto dubbi sul vaccinarsi”.
“Chi ha avuto gli stessi sintomi si faccia avanti”
“Capisco la rabbia dei figli di Sonia, so come stanno, e al posto loro sarei arrabbiata anche io. Ma nella situazione in cui sto non mi sento di accusare nessuno".