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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Napoli tra le città più tristi d'Italia per colpa di Higuain

Il capoluogo campano è stata la città più triste dello Stivale dopo Aosta, secondo l'indice iHappy 2016, proprio a causa del passaggio dell'attaccante argentino dagli azzurri ai bianconeri

Anche quest’anno è stato pubblicato l’e-book iHappy 2016 edito dal Corriere della Sera, che raccoglie tutti i dati sull’andamento della felicità in Italia nel corso del 2016 attraverso Twitter, mostrando la classifica delle città più felici e più infelici e cercando di spiegare quali fattori abbiano contribuito a generare buonumore o tristezza.

Le città più felici d'Italia negli ultimi 12 mesi sono Frosinone, Verona e Bologna. Bene anche Cagliari, l'unica città sempre nella top 10 delle più felici nel corso degli ultimi 5 anni. Tra le metropoli, da segnalare Roma, che si posiziona al 15esimo posto, mentre Milano scende dal 27° dello scorso anno all'attuale 68° posto. Aosta, Napoli e Lecce in fondo alla classifica. Tra le regioni, prima il Trentino Alto Adige, poi Basilicata e Lazio.

L'anno appena trascorso, in fatto di felicità, è stato in chiaro-scuro per gli italiani. Tra gli eventi che hanno portato più felicità agli italiani nel corso del 2016, spicca l’apertura dei Floating Piers sul Lago d’Iseo, ma anche il 22 novembre, giorno in cui Papa Francesco ha attuato una piccola rivoluzione aprendo alle donne che hanno abortito, gli ori azzurri alle Olimpiadi, e l'attualità politica: il 5 dicembre, giorno in cui Matteo Renzi si è dimesso dalla Presidenza del Consiglio a seguito della sconfitta nel Referendum costituzionale; e il 7 luglio, giorno in cui Virginia Raggi ha giurato in Campidoglio come sindaco di Roma. Tra i giorni più tristi ci sono quelli in corrispondenza degli sciami sismici che hanno colpito durante il centro Italia, gli attacchi terroristici alla chiesa di Rouen in Francia e la sparatoria presso il centro commerciale di Monaco di Baviera, la nomination repubblicana di Donald Trump. Boom di tristezza anche per il Fertility Day (-37,5 punti di tristezza) e nel giorno del trasferimento ufficiale di Higuain dal Napoli alla Juventus.

Ma quali sono i fattori principali che spiegano il variare della felicità italiana?  L’analisi mostra anche che la felicità è più elevata in media nelle città del Sud, e che con la risalita lungo lo Stivale, il buonumore tende via via a diminuire. Forse perché gli italiani sono meteoropatici, e il sole e il mare aiutano. Ma siccome la crisi continua, ecco che la felicità soffre anche all’aumentare del tasso di disoccupazione provinciale. Ma la felicità è influenzata anche da situazioni più estemporanee: e così lo spostamento di lancette dovuto all’ora legale crea ansia e depressione, facendo scendere (di quasi 8 punti) la felicità. Il buonumore invece cresce con le feste (+3 punti), soprattutto se coinvolgono la mamma (ben +16 punti di felicità il giorno della mamma) o il Natale (+3 punti), ma anche con il giorno della busta paga: in questo caso la felicità aumenta di quasi 5 punti. D'altra parte nel corso delle 24 ore di un tipico giorno italiano i cambiamenti di umore la fanno da padrone: quando la sveglia suona di prima mattina (tra le 6:30 e le 7:45) si è tutti più tristi, almeno fino all'ora della pausa pranzo. Poi di nuovo tutti depressi in attesa di uscire dal lavoro e di ritrovare il buonumore. E se a Milano il picco della felicità arriva durante l'aperitivo, a Roma e Napoli l’apice della giornata è riunirsi a tavola per la cena.

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