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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Stella / Via Bosco di Capodimonte

Le Catacombe di San Gennaro e il furto dei resti mortali del santo patrono

Le Catacombe rappresentano il più importante monumento del Cristianesimo a Napoli e sono state realizzare nel II secolo

Le Catacombe di San Gennaro da sempre affascinano napoletani e turisti che decidono di entrare nelle antiche aree cimiteriali sotterranee risalenti al II secolo per scoprire storie e aneddoti di una Napoli passata.

Il nucleo originario delle Catacombe, che rappresentano il più importante monumento del Cristianesimo a Napoli, si sviluppò attorno alla tomba di una ricca famiglia romana nel II secolo. Nel III secolo furono accolti i resti mortali di Sant'Agrippino, vescovo di Napoli e le Catacombe divennero ben presto luogo di venerazione del primo patrono della città.

Dopo la costruzione, sulla tomba di Agrippino, di una basilica cimiteriale, il vescovo Giovanni I fece trasportare in loco le spoglie di San Gennaro, che dopo il martirio del 305 erano state sepolte nell'Agro Marciano. Con il tempo le Catacombe assunsero il nome di colui che avrà un'importanza fondamentale nella storia e nelle tradizioni di Napoli.

Catacombe di San Gennaro (Foto Nicola Clemente)

Le tombe si moltiplicarono e furono scavate ovunque sino alla saturazione. Nell'831 il principe longobardo Sicone I, assediando la città di Napoli, si impossessò dei resti mortali di San Gennaro, che trasferì a Benevento. Dopo il trafugamento delle reliquie di San Gennaro ed il trasferimento delle spoglie dei santi vescovi in città, per le catacombe ebbe inizio la decadenza, abbandono e devastazioni, fino al 1700 quando grazie ad i Grand Tour divennero una tappa obbligata degli uomini di cultura.

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