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Cronaca

Pizzo per girare la serie Gomorra, la Cassazione dà ragione ai pm

La procura aveva impugnato l'ordinanza del Tribunale del riesame che escludeva sia le esigenze cautelari, sia i gravi indizi di colpevolezza, per Matteo De Laurentiis

Accolto il ricorso dei pm da parte della Cassazione: la procura aveva impugnato l’ordinanza del Tribunale del riesame che escludeva sia le esigenze cautelari, sia i gravi indizi di colpevolezza, per Matteo De Laurentiis, uno dei produttori della nota fiction "Gomorra". L'uomo è indagato per favoreggiamento al clan Gallo, operante nella zona di Torre Annunziata.

Le indagini riguardano una presunta estorsione avvenuta perché le riprese della serie tv venissero effettuate nella villa sequestrata al boss di Torre Annunziata.

La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli - come spiegato da Ruggero Profili, avvocato dello stesso indagato - aveva chiesto al gip che a De Laurentiis venisse comminato "l’obbligo di presentazione alla P.G. nel luogo di residenza (Roma) e il contestuale divieto di dimora nei territori delle regioni Campania, Calabria, Puglia e Sicilia". Sul no del riesame il ricorso, oggi accolto dalla Cassazione: adesso la Suprema Corte ha stabilito il rinvio a nuovo esame.

Rigettato invece il ricorso contro un location manager di “Cattleya”, un altro produttore e tre agenti della municipale che – sempre secondo la procura – avrebbero preso 100 euro per chiudere una strada e facilitare le riprese.

L'uomo il cui ricorso è stato accettato, per gli inquirenti avrebbe mentito a proposito del “pizzo” pagato perché non venisse pregiudicato dal clan il buon esito della serie tv. Lo scorso luglio fu arrestato Francesco Gallo (era già detenuto), e con lui i suoi genitori.

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