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Cronaca

Bolletta da 11 mln al Cardarelli, l'appello al direttore: “Non paghi, non staccheranno mai la spina”

Comitati e lavoratori oggi in piazza contro lo spettro di una riduzione dei servizi. “Quel denaro va alla speculazione, serve disobbedienza civile: le Tac non possono essere spente”

Il caro bollette colpisce pericolosamente anche gli ospedali. L'allarme, già una settimana fa, l'aveva lanciato lo stesso direttore generale del Cardarelli, Antonio D'Amore, e oggi lavoratori dell'ospedale e comitati sono stati in piazza a manifestare invitando l'azenda a non pagare.

“La nostra bolletta della luce è passata da 5,6 milioni a 11,5 – erano state le parole di D'Amore nel rendere pubblica la situazione – Dobbiamo chiudere il bilancio in pareggio, come faremo? Non possiamo certo tagliare i servizi, la corrente elettrica è indispensabile per il funzionamento di macchinari e reparti”. “Come con la pandemia, la crisi energetica ci ha colti di sorpresa – aveva aggiunto – Dovevamo programmare, c'erano margini per affidarci a fonti rinnovabili, utilizzando magari pannelli solari. Se cominciamo ora ci vorrà tempo, si prospetta una crisi molto seria”.

La manifestazione si è tenuta oggi a partire dalle 12, nel piazzale del padiglione centrale. La proposta dei comitati, sostenuti anche da Unione Popolare, è di “autoriduzione della bolletta elettrica”, ovvero di non pagare quanto richiesto. “Questa volta esprimiamo al direttore del Cardarelli la nostra solidarietà e andremo a dirgli di non pagare – spiegano gli organizzatori – Sappiamo che quel danaro va alla speculazione, perché le Tac e le altre strumentazioni non possono essere spente, perché i lavoratori devono essere pagati, perché i precari devono essere stabilizzati, i medici non devono essere costretti a scappare nel privato, i malati devono essere assistiti e curati”. “Tutto questo – aggiungono ancora – è di gran lunga superiore agli interessi di Eni, Edison, Enel e quant'altro”.

Elena Coccia di Rifondazione Comunista, ex vicesindaca con de Magistris, ha inviato una lettera a D'Amore invitandolo a non pagare. “Preoccupati che tutto ciò possa tradursi in una ulteriore precarizzazione dei lavoratori e in una riduzione delle prestazioni per i malati – spiega Coccia a proposito dell'aumento vertiginoso dei costi energetici – la invitiamo a non pagare se non nei termini degli anni precedenti. Lei sa che gli aumenti indiscriminati dell'energia non solo sono dovuti agli eventi bellici ma anche e soprattutto alla speculazione che si è innescata anche a seguito di trattati internazionali sottoscritti dall'Italia senza l'opportuna oculatezza. È importante che col suo gesto di resistenza civile, che noi appoggeremmo, possa far comprendere alle istituzioni quanto sia necessaria una consultazione e una democratizzazione delle informazioni”.

La strada del “non pagare se non nei termini degli anni precedenti” ai comitati appare una via percorribile e giusta. “Gli ospedali non possono sottrarre servizi essenziali – ci spiegano – e nessuno, in caso le bollette davvero non vengano pagate, può davvero avere il coraggio di 'staccare la spina'”.

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La manifestazione

"Oggi - spiegano i promotori della protesta - siamo stati ricevuti dal direttore generale del Cardarelli, al quale abbiamo espresso solidarietà per la pesantissima bolletta energia ricevuta, che è raddoppiata dagli anni precedenti. Abbiamo chiesto al direttore di non pagare l'eccedenza come manifestazione di resistenza civile perché questo può incidere sia sulla qualità e la quantità dell'assistenza pubblica sia sulla precarietà dei lavoratori e sulle ore di lavoro. Il direttore ci ha ringraziato per questa attenzione e ha manifestato la volontà di continuare questo rapporto istituzionale tra associazioni e partiti e pubblica sanità, assicurandoci che nessuna strumentazione ospedaliera subirà interruzioni. Tale dichiarazione se ci rasserena relativamente alle prestazioni per gli ammalati, ci lascia però il campo aperto sulla stabilizzazione di quei precari che durante la pandemia sono stati definiti eroi e angeli custodi per poi essere dimenticati". Il sit-in è stato promosso da Unione Popolare (con Elena Coccia e Rosaria Galiero); Consulta Popolare; Salute e Sanità di Napoli; Medicina Democratica; Comitato Ospedale San Gennaro Art32; Tribunale del malato; Studenti contro Greenpass; Lavoratori del Cardarelli.

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