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Cronaca Acerra

Orrore ad Acerra: cane in fiamme e con il cranio fratturato

Un uomo denunciato. Cavezza, Sovrintendente del Corpo Forestale dello Stato: "Il reato di maltrattamento, pur con l'aggravante dell'uccisione, non consente l'arresto in flagranza o la condanna definitiva"

Ennesima storia di violenza che coinvolge un anmale. Acerra, lo scorso 23 settembre: è tarda serata quando giunge una chiamata al Commissariato di Polizia del paese. A chiedere l'intervento, la moglie di G.D, colpevole di aver bruciato un cane.

Forse una causa di separazione in corso tra i due, ed ecco scattare la vendetta. L'uomo si scaglia sul rottweiler, prende una grossa pala e gli fracassa il cranio. Il cane non è morto, così decide di dargli fuoco. La donna riesce a chiamare il 113, la Polizia di Stato arriva con il cane ancora in fiamme. Colto in flagranza di reato, l'uomo viene denunciato a piede libero.

Le indagini sul caso vengono affidate dalla Procura della Repubblica di Nola alla Stazione di Marigliano del Corpo Forestale dello Stato, comandata dal Sovrintendente Geremia Cavezza. Il reato contestato è quello di maltrattamento di animali aggravato dall’uccisione. "Non si poteva fare altro – ha dichiarato a GeaPress il Sovrintendente Geremia Cavezza del Corpo Forestale dello Stato – Il reato di maltrattamento, pur con l'aggravante dell'uccisione, non consente né l’arresto in flagranza ma neanche, salvo particolari casi di pregiudicati, la condanna definitiva. La pena reclusiva è sotto quella prevista per la punibilità del reato. A volte, quando si parla di arresto per chi maltratta gli animali, mi sembra di sentire uno spot pubblicitario".

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