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Nel campo rom di Scampia tra focolai ancora attivi, macerie, emergenza abitativa e sanitaria (VIDEO)

Tra macerie ancora fumanti e aria tossica abbiamo documentato la situazione del campo rom di Scampia, in via Cupa Perillo, a cinque giorni dall'incendio che domenica ha distrutto moltissime abitazioni della comunità che qui risiede da quasi quarant'anni. Si parla di immigrati arrivati qui giovanissimi e ora con figli napoletani. Il campo è stato quasi completamente devastato dalle fiamme che si sono propagate velocemente da un attiguo terreno di proprietà di un contadino: sono in corso indagini per capire se l'incendio sia di natura dolosa o colposa. Sul campo pende, peraltro, un'ordinanza di sgombero entro l'undici settembre. "Alcune persone della comunità ieri hanno denunciato intimidazioni da parte di ragazzi in motorino che compiono ronde notturne", spiega l'avvocato Barbara Pierro dell'associazione Chi rom e chi no. 
Dopo l'incendio alcune persone sono state ospitate - e si trovano tuttora - nell'auditorium di Scampia, presto altre duecento persone saranno spostate verso un'area attrezzata nella caserma Boscariello di Miano. "Noi vogliamo una sistemazione dignitosa", gridano gli abitanti dal campo. "Non vogliamo stare in tenda come i terremotati, altrimenti l'11 settembre saremo qui a fare le barricate". Questa mattina si è recato in visita al campo rom incendiato l'europarlamentare del PD Andrea Cozzolino: "Credo sia l'occasione per avviare, ora, un processo di riqualificazione", ha detto Cozzolino. "Mi impegnerò per reperire anche fondi europei ma voglio anche capire perché l'amministrazione comunale ha lasciato che 7 milioni di euro di fondi europei, destinati al miglioramento anche di questo campo, tornassero indietro per inutilizzo". 
Sul posto anche il vicesindaco Raffaele Del Giudice che deve occuparsi ora della messa in sicurezza dell'area: "Sulla questione abitativa lavora un altro tavolo istituzionale. Io sono qui per coordinare la macchina organizzativa con i vigili del fuoco, la protezione civile e i volontari. Bisogna rimuovere le macerie, spegnere i focolai ancora attivi e poi si passerà alla pianificazione degli interventi strutturali". 

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