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Quaranta bimbi rom lasciati senz'acqua: "Sono a rischio"

Abc ha interrotto il servizio idrico nell'insediamento di via Galileo Ferraris, nell'ex struttura Enel. Ci sono 70 persone, in maggioranza bambini e anziani, che rischiano la disidratazione e di contrarre infezioni. La Caritas e il consigliere comunale Cilenti: "Il Comune intervenga subito"

Settanta persone, quaranta bambini, lasciati senz'acqua alle porte di Napoli con temperature oltre i 40 gradi. Siamo in via Galileo Ferraris, nell'ex struttura Enel. Circa trenta famiglie di etnia rom si sono insediate da quattro mesi in questo luogo abbandonato da anni. Sono tra gli sfollati dopo l'incendio all'ex mercato ortofrutticolo di Poggioreale. 

"Siamo rimasti in zona perché ci conoscono e perché i bambini vanno a scuola qui vicino - ci dice Nicola, uno degli occupanti - senz'acqua però non possiamo neanche lavarli. E' difficile". In questo campo non autorizzato ci sono anche molti anziani. I minori vanno quasi tutti a scuola, molti adulti lavorano: chi al mercato, chi come muratore, chi suona il violino in Circumvesuviana. La fornitura è stata interrotta da Abc da meno di un paio di settimane. "L'acqua c'era - racconta Antonio Romano, operatore della Caritas che sta assistendo le famiglie - Poi, in seguito all'intervento per un guasto in strada, Abc ha individuato che la fornitura all'interno di questo spazio è abusiva. Così, ha ritenuto di non riattivare il servizio. Fino a oggi, grazie alla protezione civile regionale abbiamo riempito delle cisterne, ma ci è stato comunicato che ciò non sarà più possibile e di rivolgerci al Comune di Napoli, che però non risponde. Da domani queste persone saranno senz'acqua. Come faranno? C'è un rischio igienico sanitario enorme". 

Per il consigliere comunale di Napoli Libera Massimo Cilenti siamo di fronte a un comportamento folle: "La situazione è grave, ci sono dei bambini che rischiano infezioni e disidratazione. Il fatto che questo insediamento sia abusivo non può comportare la conseguenza che queste persone non debbano sopravvivere. Qual è il modello di accoglienza della città di Napoli? Non c'è, c'è solo tanta ipocrisia e scelte a metà".

La risposta del Comune e di Abc

Contattato telefonicamente da NapoliToday, l'assessore alle Politiche sociali Luca Trapanese ha assicurato che ha chiesto più volte ad Abc di riattivare il servizio, ricevendo però un secco no. I motivi li spiega Alfredo Pennarola, direttore uscente dell'azienda comunale: "In primo luogo, il guasto a un tubo non è stato riparato perché spetterebbe al proprietario della struttura. Se attivassimo il servizio ci sarebbe una dispersione. In secondo luogo, non è possibile perché è necessario che una persona o un ente si intestino il servizio". Un'opzione che, al momento, il Comune di Napoli esclude. 

"La soluzione - segnala Antonio Romano - potrebbe essere quella adottata anche in altre zone della città, cioè installare una fontanina o un idrante dei pompieri dal quale loro potrebbero prendere l'acqua. Non possiamo lasciarli morire. Dare da bere agli assetati è uno degli insegnamenti di Nostro Signore". Trapanese fa sapere che proporrà alle famiglie che occupano l'ex struttura Enel di trasferirsi al Centro Deledda di Soccavo. Un'ipotesi che lo stesso Antonio Romano scarta: "I bambini vanno nelle scuole del quartiere da anni non possiamo sradicarli dal territorio. E poi il centro Deledda non può contenere 70 persone è già allo stremo". 

Mentre si gioca questo braccio di ferro burocratico per stabilire chi deve fare cosa, settanta persone, di cui quaranta bambini, da queste ore sono senz'acqua. Proprio durante l'estate più calda degli ultimi anni.  

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