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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Campi Flegrei e trivellazioni: "In caso di eruzione a rischio tre milioni di persone"

Inchiesta della Procura di Napoli. Mastrolorenzo, vulcanologo dell'Ingv: "Minime sollecitazioni come una perforazione possono innescare grandi effetti. E al momento non c'è neanche un serio piano di evacuazione"

Solfatara, Vesuvio ma anche l’area di Pisciarelli, ad Agnano. Davanti a questa zona c’è Bagnoli, la mancata bonifica e un progetto di deep drilling. Trivellazioni, come ha fatto sapere più volte l’Ingv, istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Ricerca scientifica con il fine di migliorare la conoscenza della struttura vulcanica e dei meccanismi di attività, con particolare riguardo ai fenomeni bradisismici, attraverso l’installazione in pozzo di sistemi di monitoraggio innovativi. Per L’Ingv il progetto non presenterebbe alcun rischio. Ma qual è la situazione attuale?

Come spiega un'inchiesta del Corriere.it:

Finora le trivellazioni si sono svolte ad una profondità di circa 500 metri. Non tutto il mondo scientifico però si schiera per il progetto: una serie di vulcanologi, e altri studiosi mettono in evidenza la pericolosità dell’azione in un’area così delicata. «Minime sollecitazioni come una perforazione possono innescare grandi effetti perché la caldera dei Campi Flegrei è un sistema molto instabile - spiega Giuseppe Mastrolorenzo vulcanologo dell’Ingv di fama internazionale -. Con delle ricerche negli ultimi decenni abbiamo dimostrato che anche una piccola fratturazione in profondità, si possono innescare processi di amplificazione di infiltrazione dei fluidi nelle rocce, aumenti di temperatura e deformazioni del suolo».

Ebbene, non è possibile collegare con certezza i due eventi ma un anno e mezzo fa, dopo le trivellazioni a Bagnoli, si verificò una sequenza sismica di oltre 200 scosse in poche ore. E oggi? Con il sequestro dell’area per la mancata bonifica le trivellazioni si sono fermate. Dopo un esposto firmato da alcuni comitati di cittadini e in particolare dal comitato rischio vulcanico, il pm Stefania Buda ha aperto un fascicolo e sta indagando su tutta l’operazione. La sua attenzione si concentra in particolare su due filoni. Uno che riguarda prevalentemente l’aspetto economico e della spesa pubblica e l’altro invece che si concentra proprio sulla pericolosità dell’operazione.

Nel fascicolo del pm viene richiamata una ricca casistica internazionale, ci sono anche decine di studi e una serie di consulenze che evidenziano la pericolosità delle perforazioni per la vicinanza del centro abitato. In particolare in una delle consulenze della procura, viene chiarito che dal punto di vista scientifico quel tipo di trivellazioni sarebbero poco utili non potendo fornire informazioni aggiuntive rispetto a quelle già acquisite negli anni e tenendo conto anche che in quell’area c’erano già state trivellazioni tra gli anni ‘70 e ‘80. Il consulente dunque conclude che non c’è alcuna necessità scientifica di questo tipo di perforazioni. Un altro aspetto indagato dalla procura riguarda l’inquinamento: essendo quell’area fortemente inquinata ed essendo stata interessata da una «finta bonifica», gli investigatori stanno verificando se anche le trivellazioni possano aver peggiorato la situazione in relazione ad eventuali contaminazioni delle falde.

Intanto in caso di eruzione, rincara Mastrolorenzo, vulcanologo dell’Ingv, sarebbero a rischio oltre 3 milioni di persone per le quali non ci sarebbe scampo. "Insieme con la collega Lucia Pappalardo abbiamo scoperto che tra il Vesuvio e i Campi flegrei c’è un unica camera magmatica e quindi un’eventuale evento avrebbe proporzioni incredibili. Siamo difronte ad un supervulcano, uno dei più pericolosi al mondo, non c’è un serio piano di evacuazione e in più si cominciano operazioni che non sappiamo quali fenomeni possano innescare".

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