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Cronaca

Vulcano dei Campi flegrei, gli esperti preoccupati: "La popolazione non conosce i rischi"

Il piano di emergenza va avanti, ma in molti hanno dubbi sulle concrete possibilità di attuazione. L'ultima esercitazione, intanto, risale a 10 anni fa

Nessuna correlazione con il terremoto che ha devastato alcuni paesi del Centro, eppure lo sciame sismico registrato il 29 agosto nei Campi Flegrei (45 scosse) ha allarmato esperti e cittadinanza.

Si è trattato di bradisismo, ma di un tipo diverso rispetto a quello magmatico degli anni '70 e '80: quello di questi giorni è dovuto a flussi d'acqua spinti dalla pressione di gas sottostanti. Di certo c'è molto da fare. Lo stesso governatore Vincenzo De Luca ha promesso che le istituzioni saranno pronte “con il piano di evacuazione e di messa in sicurezza di popolazioni e territori” già “prima dell'autunno”.
Un piano che c'è – almeno in bozza – per i Campi Flegrei, ma sull'attuabilità del quale in molti nutrono delle perplessità.

IL PIANO – Sulla Gazzetta Ufficiale le disposizioni per l'aggiornamento sono state pubblicate lo scorso agosto. Coinvolti sette Comuni, con gemellaggi in tutta Italia in caso di evacuazioni. Nella zona rossa ci sono Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, e parte del territorio dei comuni di Giugliano, Marano e Napoli. In quella gialla Villaricca, Calvizzano, Casavatore, Melito, la restante parte di Marano, Mugnano e la restante parte di Napoli ad eccezione di Ponticelli.

I DUBBI – Francesco Peduto, presidente del Consiglio nazionale degli geologi, nutre alcune perplessità. Innanzitutto – come ha spiegato al Fatto Quotidiano – “sulla scarsa informazione nella popolazione che, ad oggi, non sa cosa potrebbe succedere né cosa fare in caso di eruzione”. Manca anche una “coerenza organizzativa almeno tra Comuni limitrofi”, prosegue, ed in molti hanno più di una perplessità sulla capacità delle infrastrutture di consentire vie di fuga.

Intanto, l'ultima esercitazione risale a 10 anni fa. “Andrebbero organizzate ovunque, in strada e a scuola, coinvolgendo bambini e genitori – conclude Peduto – Solo così potrà crescere una consapevolezza che al momento non c’è, come dimostra il fatto che circa 100 Comuni non hanno ancora provveduto all’adozione di un piano”.

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