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Cronaca

Save the Children, Campania al 1° posto in Italia per “povertà educativa”

Maglia nera insieme alla Sicilia. "Quasi nulli i servizi per la prima infanzia, pochissime le scuole che offrono il tempo pieno e mensa. Dispersione scolastica tra le più alte in Italia"

È la Campania, a pari merito con la Sicilia, a detenere il triste primato delle regioni italiane con la maggiore “povertà educativa”, cioè quelle in cui è più scarsa e inadeguata l’offerta di servizi e opportunità educative e formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. La classifica, che accorpa le regioni italiane in 8 fasce, ciascuna delle quali comprende un intervallo di 5 punti percentuali, vede come contraltare Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, le aree più “ricche” di offerta formativa ed extracurriculare per i minori. 

In questo ritratto dell’Italia, che emerge dal rapporto inedito di Save the Children "Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?" e dal relativo indice di povertà educativa (IPE) regionale, presentato a Roma in occasione della Conferenza di rilancio della Campagna Illuminiamo il Futuro, la situazione della Campania è certamente molto preoccupante. "Una regione - scrive Save the Children - in cui sono quasi nulli i servizi per la prima infanzia, pochissime le scuole che offrono il tempo pieno e mensa. Dispersione scolastica tra le più alte in Italia.  Ad un insufficiente offerta formativa, corrispondono forti lacune nelle competenze dei ragazzi e una bassissima partecipazione ad attività culturali e ricreative.

LA SITUAZIONE IN CAMPANIA: "Quasi nulla l’offerta di servizi all’infanzia, dove solo il 3% dei bambini tra 0 e 2 anni può accedere ad un asilo nido pubblico o usufruire di un servizio integrativo. Solo la Calabria riesce peggio (2%), a fronte di una media nazionale del 13%. Anche il tempo pieno sembra essere un miraggio per la maggior parte dei bambini e ragazzi campani: nelle classi delle scuole primarie è assente nell’89% dei casi e la situazione non migliora molto nelle scuole secondarie di rimo grado, dove è l’84% dei ragazzi a non poter frequentare la scuola tutto il giorno. Ancora una volta risultati molto al di sotto non soltanto delle regioni più virtuose, ma anche dalla media nazionale, soprattutto nel caso della scuola primaria, dove a livello nazionale si ha una percentuale del 68%, dato che per la secondaria di primo grado è dell’80%. L’offerta di mense scolastiche, già inadeguata a livello nazionale (48% senza mensa), peggiora drasticamente in Campania, dove il 65% delle classi non hanno a disposizione questo servizio. E, per concludere la lista nera delle mancanze della regione nell’offerta formativa, i dati OCSE –PISA, ci raccontano di un 72% di studenti che frequenta scuole dotate di infrastrutture insufficienti a garantire l’approfondimento. Un dato relativamente positivo è invece rappresentato dal progetto Scuola 2.0, rappresentato dalle aule dotate di connessione internet, che in Campania manca nel 27% delle classi. Restano però ancora molto limitati i programmi didattici volti a favorire l’acquisizione di competenze digitali da parte dei minori".

LE CONSEGUENZE: "A risentire per primi delle mancanze formative sono i ragazzi, che ottengono risultati non sufficienti nelle performance scolastiche, anche in questo caso molto al di sotto della media nazionale: quasi il 28% dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenze in lettura e il 36% in matematica (20% e 25% le rispettive media nazionali).  Tra le conseguenze peggiori, però, c’è il fenomeno della dispersione scolastica, che mostra una percentuale altissima di ragazzi che lascia precocemente la scuola, arrivando ad una quota del 20% nella regione Campania. Si tratta di un dato drammatico, secondo solo a quella di Sicilia e Sardegna (24%), lontano dalla media nazionale del 15% e lontanissimo dalla soglia massima del 10% fissata dall’Unione Europea per il 2020 e dal 5% per il 2030".

Oltre al percorso scolastico uno degli elementi fondamentali per contrastare la povertà educativa è determinato dal contesto di vita al di fuori delle mura scolastiche: andare a teatro, o ad un concerto, visitare musei, siti archeologici o monumenti, svolgere regolarmente attività sportive, leggere libri o utilizzare internet, sono tutti fondamentali indicatori dell’opportunità o della privazione educativa. Nel Sud e nelle Isole la privazione culturale e ricreativa è più marcata, arrivando all’84% della Campania, nelle regioni del Nord riguarda comunque circa la metà dei minori considerati, dove solo le province di Trento e Bolzano scendono al di sotto di questa soglia (rispettivamente 49% e 41%).

RELAZIONE TRA POVERTA' MATERIALE ED EDUCATIVA: L’analisi di Save the Children conferma la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa. E' proprio nelle regioni ai primi posti nella classifica di Save the Children sulla povertà educativa che si registrano i tassi di povertà più elevati d’Italia. In Italia sono 1.045.000 i bambini che vivono in povertà assoluta e poco meno di due milioni quelli che vivono in povertà relativa (il 19%), ma ancora una volta è il Sud a vivere la situazione peggiore, dove più di un terzo dei minori si trova questa condizione.

Dal rapporto di Save the Children emerge, infine, una connessione molto forte anche tra povertà educativa e i cosiddetti NEET (Not in Education, Employment or Training), ovvero quei ragazzi tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non frequentano percorsi di istruzione e formazione. Come in un circolo vizioso, infatti, i bambini e gli adolescenti che nascono in zone dove maggiore è l’incidenza della povertà economica e che offrono poche opportunità di apprendimento a scuola e sul territorio, una volta diventati giovani adulti rischiano di essere esclusi, perpetrando questa condizione per le generazioni successive. 

“I bambini che vivono in condizioni di forte deprivazione economica sono i più esposti alla povertà educativa, che li colpisce spesso già nei primi anni di vita, determinando un ritardo nell’apprendimento e nella crescita personale ed emotiva, che difficilmente potrà essere colmato crescendo”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. “Coloro che nascono in condizioni di svantaggio e ai quali vengono negate le opportunità di apprendere, saranno gli esclusi di domani. Un Paese che non garantisce diritti, doveri e opportunità uguali per tutti, soffocando sul nascere le aspirazioni e i talenti dei nostri figli, non è solo un Paese ingiusto, ma un Paese senza futuro”

CAMPAGNA ILLUMINIAMO IL FUTURO: Per contrastare la povertà educativa, nel maggio 2014 Save the Children ha lanciato la campagna Illuminiamo il Futuro, per sensibilizzare le istituzioni e contrastare il fenomeno. “La povertà educativa che Save the Children ha individuato come una delle più gravi emergenze del nostro Paese, è finalmente entrata anche nell’agenda delle istituzioni, con la creazione del Fondo per il contrasto alla povertà educativa istituito in via sperimentare con l’ultima legge di Stabilità, e questo rappresenta certamente un passo importante”, continua Valerio Neri. “Per far sì che tutti i bambini possano apprendere, sviluppare talenti e aspirazioni, che possano aver accesso ad un’offerta educativa di qualità e che si possa eliminare la povertà minorile – i tre obiettivi che la campagna Illuminiamo il Futuro promossa dalla nostra organizzazione si è proposta di perseguire entro il 2030 - è necessario creare delle vere e proprie comunità educanti. Per questo abbiamo coinvolto attorno a questo obiettivo un movimento ampio di associazioni, enti, persone, impegnate nel contrasto alla povertà educativa”

La campagna si caratterizza quest’anno per la nuova iniziativa “7 giorni per il futuro”, una settimana con circa 400 eventi e iniziative in tutta Italia a partire dal 9 maggio, promossi da più di 250 tra enti e associazioni, dedicati ai bambini e alle famiglie per informare e sensibilizzare sull’importanza delle risorse educative per la crescita dei più piccoli.

Tantissimi gli eventi che coinvolgeranno migliaia di bambini e famiglie in tutta Campania, dal concerto dell’orchestra giovanile Sanitaensamble alla Giornata del Libro dedicata alle mamme, all’interno del Progetto Fiocchi in Ospedale al Cardarelli. Molte le manifestazioni sportive dedicate ai più piccoli in tutto il territorio regionale. Infine, domenica 14 maggio, un flashmob a Piazza del Gesù a Napoli, cui parteciperanno bambini e genitori per sensibilizzare sull’importanza degli stimoli e le opportunità educative.

“La Campania è una delle regioni con i peggiori indicatori sia dal punto di vista dell’offerta formativa, che da quello dell’apprendimento di bambini e ragazzi” spiega Raffaela Milano, Direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. “La condizione economica difficile in cui vivono molte famiglie, certamente contribuisce a peggiorare le performance scolastiche di bambini e ragazzi, molti dei quali si sentono sconfitti e abbandonano precocemente la scuola. Incontriamo ogni giorno famiglie e ragazzi che faticano ad affrontare le spese per l’acquisto di testi scolastici, per pagare il trasporto dei bambini da casa a scuola o assolvere alla retta della mensa, nonché l’impossibilità di garantire ai figli la partecipazione alle attività extrascolastiche. Tutto questo ci conferma che eliminare la povertà minorile è uno degli elementi indispensabili per favorire la crescita educativa dei bambini e dei ragazzi. Non possiamo permettere che ci siano ragazzi che vengono lasciati indietro”.

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